> > Stupra e tenta di uccidere la compagna: condannato a 12 anni

Stupra e tenta di uccidere la compagna: condannato a 12 anni

Stupra tenta di uccidere la compagna a coltellate

Il macellaio Raffaele Busiello è stato condannato per lo stupro e il tentato omicidio della compagna.

È stato condannato a 12 anni di carcere il macellaio Raffaele Busiello che, nel gennaio 2018, aveva violentato e tentato di uccidere la compagna a coltellate. L’uomo aveva poi tentato di fuggire, dalla provincia di Vicenza dove è accaduto il fatto, insieme alla figlia di sei anni. L’imputato è stato assolto da altre due contestazioni e gli è stata riconosciuta la parziale incapacità di intendere e di volere all’epoca del fatto, come da consulenza tecnica richiesta dal giudice.

Stupra e tenta di uccidere la compagna

Busiello aveva stuprato Olesea Talpa, la compagna di origine moldava, nella loro casa di Altavilla Vicentina e l’aveva aggredita con più di dieci coltellate. Successivamente era fuggito insieme alla bambina. Dopo la cattura, ha scelto di essere processato con rito abbreviato. Il suo legale ha ottenuto il riconoscimento dell’attenuante della seminfermità mentale, secondo quanto emerso dalla perizia, e l’assoluzione da due contestazioni. Ma il giudice lo ha condannato per la violenza e il tentato omicidio, stabilendo una pena maggiore rispetto a quanto proposto dall’accusa. Il pubblico ministero Hans Roderich Blattner aveva infatti chiesto undici anni e quattro mesi, senza il riconoscimento delle attenuanti.

Le contestazioni e la lettera

Alberto Murgia, l’avvocato che insieme a Carlo Ercolino rappresenta il macellaio, ha annunciato che il suo cliente farà ricorso in Appello: “Confidiamo di arrivare a una riduzione della pena“. Nel corso dell’udienza, l’imputato ha voluto chiedere scusa, tramite una lettera, al giudice e alla madre di sua figlia. Nella missiva, scritta di suo pugno, Busiello ha chiesto perdono per gli errori commessi. Dal momento dell’arresto, l’uomo è stato sottoposto a una cura farmacologica e un trattamento psichiatrico e gli è stato negata l’autorizzazione ai colloqui con i familiari.