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Desirée Mariottini, pusher ghanese denuncia la famiglia della ragazza

desiree mariottini

La denuncia del pusher: "Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i familiari, io Salia Yusif non sarei in carcere".

Il 33enne ghanese accusato di stupro ai danni di Desirée Mariottini ha lanciato denunciato i familiari della 16enne di Cisterna Latina. “Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i familiari – ha scritto nell’atto – io Salia Yusif non sarei in carcere”. Gli episodi risalgono alla notte fra il 18 e il 19 ottobre dell’anno scorso, quando il corpo esanime di Desirée venne ritrovato sul materasso in via dei Lucani nel quartiere di San Lorenzo. L’atto, però, è stato depositato durante l’incidente probatorio di ieri, martedì 8 ottobre. Il 33enne ha accusato i genitori di abbandono di minore.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Desirée sarebbe rimasta in balia dei suoi aggressori per ore prima di perdere la vita. I pm, inoltre, specificano che sarebbe stata violentata “mediante costrizione delle braccia e delle gambe”. I suoi aguzzini, proseguono i giudici, l’avrebbero costretta a subire “ripetuti rapporti sessuali”. Oltre a Salia sono stati accusati di violenza sessuale su minore anche Mamadou Gara, detto Paco, Brian Minteh e Alinno Chima.

Desiree Mariottini, la denuncia

Si è tenuta ieri l’udienza preliminare sul caso di Desirée Mariottini, la 16enne trova morta in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, quartiere San Lorenzo. L’avvocato di Salia Yusif, accusato di stupro, ha presentato una denuncia alla famiglia della ragazzina. Le dichiarazioni del ghanese sono accompagnate da “un quadro familiare si legge turbolento” che non sarebbe riuscito a “tenere Desirée lontano dai guai”. Inoltre, secondo il querelante, il comportamento dei genitori avrebbe concorso allo svolgimento dei fatti. Tuttavia, come specifica l’avvocato, quella notte poteva evitarsi “esercitando le normali e consone funzioni genitoriali sulla minore, ossia controllandone i movimenti”. Durante il processo, infine, uno dei testimoni della scena ha confessato: “Gli imputati ci hanno impedito di chiamare i soccorsi”.

Le proteste

Nella giornata di martedì 8 ottobre sono apparsi numerosi striscioni fuori dal tribunale di Roma. “Desy vita nostra, ti amiamo” hanno scritto alcuni.