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Cos'è la transumanza e perché merita di essere patrimonio dell'Unesco?

La pratica

Dall'11 dicembre 2019 la transumanza è stata iscritta, all'unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.

La transumanza è patrimonio dell’Unesco. È stata infatti iscritta l’11 dicembre 2019, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Da questa data l’Italia acquisisce il primato in assoluto di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare. Superando anche Turchia e Belgio.

Perché la transumanza è patrimonio dell’Unesco

La transumanza è la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale degli animali di grossa e media taglia verso condizioni climatiche migliori come le pianure. I pastori transumanti, come viene sottolineato anche nel dossier di candidatura presentato dall’Italia insieme a Grecia e Austria. Hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici. Si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti in assoluto. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell’Alto Adige, in Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Veneto.

Il parere favorevole è arrivato dai 24 paesi durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia. I ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell’Ambiente, Sergio Costa si sono detti soddisfatti. Con questo riconoscimento l’Italia acquisisce inoltre il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando anche Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice, dall’Irpinia a Puglia i luoghi-simbolici. Il riconoscimento riguarda l’intero bel paese proprio perché la transumanza è una tradizione che unisce tutta l’Italia.