Federico Dedori Sono passati tre anni da quel 18 gennaio 2017 quando una valanga travolse l’Hotel Rigopiano di Farindola causando 29 morti. Ancora oggi i famigliari delle vittime non hanno avuto giustizia.
Tra anni fa la tragedia di Rigopiano
Il resort di lusso con spa era situato a 1200 metri sul versante pescarese del Gran Sasso e quel giorno all’interno c’erano 40 persone. 28 erano ospiti di cui 4 bambini e 12 dipendenti. Sotto l’emergenza neve che aveva colpito l’intera regione dell’Abruzzo, una valanga colpì l’hotel. Solo in 11 sopravvissero alla tragedia.
Erano le 17 quando tutti si erano radunati nella hall del resort pronti per andare via. Nelle ore precedenti dalla struttura erano già partite delle richieste d’aiuto alle autorità. Roberto Del Rosso, proprietario dell’hotel era andato personalmente a chiedere supporto. In pochi minuti però una valanga di neve del peso di 120mila tonnellate lanciata ad una velocità approssimativamente compresa fra i 50 e 100 chilometri orari travolse l’intera struttura.
Dopo 40 minuti arrivò la prima telefonata in prefettura ma una funzionaria liquidò il problema: “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”. Solamente alle 19 Gianpiero Parete, cuoco di Montesilvano, sopravvissuto, riuscì a parlare con il 118 e a far partire i soccorsi. Gli uomini dei soccorsi arriveranno dopo 12 ore attraversando una tormenta e dopo aver scalato veri e propri muri di neve.
Nei giorni successivi l’Italia fu con il fiato sospeso, vennero estratti i corpi, uno a uno, il bilancio definitivo fu di 29 morti.
