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Coronavirus "alla conquista del Sud": l'Odg denuncia Libero

Ordine giornalisti denuncia Libero

Il quotidiano Libero, per colpa dell'esimo titolo "provocatorio" sul Coronavirus, si dovrà difendere da una denuncia da parte dell'Odg.

Nel pieno dell’emergenza Coronavirus in Italia, l’Ordine dei Giornalisti ha denunciato il quotidiano Libero per un suo titolo razzista verso il Sud Italia. Il titolo risale al 4 marzo 2020. Il giornale diretto da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi aveva titolato: “Virus alla conquista del Sud” in riferimento era ai primi casi accertati nel Meridione.

Coronavirus, Ordine Giornalisti denuncia Libero

Oltre il titolo è finito sotto accusa l’intero articolo, a cominciare dal sommario. “L’infezione crea l’unità d’Italia“, si asseriva. “Trenta infetti in Campania, 11 nel Lazio, 5 in Sicilia e 6 in Puglia: ora sì che siamo tutti fratelli, finita la caccia all’untore del Nord. Emergenza in Lombardia: 55 morti, si allarga la zona rossa”.

Parole che non sono proprio andate giù all’Ordine. “Il comitato esecutivo dell’Ordine dei Giornalisti – si legge in una nota – ha deferito al Consiglio di Disciplina lombardo il giornale Libero per il titolo di prima pagina esprimendo ‘distanza e dissenso per una reiterata scelta redazionale su temi di grande rilevanza sociale‘”. Ora direttore e giornalista rischiano una sospensione e la radiazione dall’albo.

Libero non nuovo a titoli “provocatori”

Non è certo la prima volta che Libero sceglie titoli fin troppo provocatori, politicamente scorretti e in alcuni casi razzisti o offensivi. Basterebbe pensare al famoso titolo “Cala il Pil, ma aumentano i Gay“. O al più recente “Patata bollente“, riferito alla Sindaca di Roma Virginia Raggi. C’è stato anche un titolo contro Greta Thumberg: “Vieni avanti, gretina. La rompiballe va dal Papa”. Titoli già aspramente contestati e, come nel caso di quello sulla Raggi, che hanno valso a Libero già alcune condanne. Per tutti questi motivi, contro la testata sono state lanciate negli ultimi anni molte petizioni online, che chiedevano per esempio lo stop ai finanziamenti pubblici al quotidiano.