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Coronavirus, il 95% delle terapie intensive nel Sud Italia è già occupato

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Nel sud d'Italia ci sono pochi posti dei terapia intensiva per affrontare l'emergenza coronavirus, c'è il rischio collasso del sistema.

L’emergenza coronavirus non si arresta e dai medici arriva l’allarme che i posti delle strutture di terapia intensiva al Sud Italia sono già occupati al 95%. Una situazione che terrorizza le regioni meridionali dove, per fortuna, il COVID19 non ha avuto la grande diffusione che c’è stata al nord. Preoccupano soprattutto regioni com e la Calabria, l’Abruzzo, la Basilica e la Sardegna dove le strutture ospedaliere andrebbero in difficoltà anche con soli pochi casi di persone che necessitano di terapia intensiva. Una falla del nostro sistema sanitario che, mai come ora, emerge e sembra essere un elemento critico determinante.

Coronavirus, la terapia intensiva in Italia

La situazione delle terapie intensive in tutta Italia è sicuramente più rassicurante, ma anche qui si teme il collasso qualora i soggetti che necessitino di cure specifiche continuino a salire. Secondo quanto riportando da La Stampa, in Italia su scala nazionale ci sarebbero 5285 posti in terapia intensiva, il 60% dei quali sarebbe già occupato da pazienti gravi.

Liberi per l’emergenza coronavirus ce ne sarebbero 2114 ai quali dovrebbero aggiungersene più o meno gli stessi in virtù dell’aumento del 50% della dotazione ospedaliera nazionale prevista dal decreto. Il numero totale delle terapie intensive a disposizione arriverebbe così a 4700.

Mancano i medici e le strutture

C’è poi la questione della mancanza di personale specializzato sempre negli ospedali del sud. Questo comporterebbe, come riferito dal presidente degli anestesisti Vergallo, che: “Il 40% dei posti di terapia intensiva al sud sono virtuali perchè mancano il personale e le attrezzature”. Inoltre la Protezione Civile ha fatto sapere che per quanto si stia cercando di accelerare i tempi, i nuovi respiratori non potranno arrivare prima di un mese.