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Coronavirus, come funziona la terapia intensiva per i casi gravi

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I casi più gravi di coronavirus necessitano di essere intubati e posti in terapia intensiva: che cosa significa?

La diffusione del coronavirus è rapidissima e spesso pazienti asintomatici posso diventare veicoli privilegiati del contagio: per questo motivo è opportuno limitare gli spostamenti allo stretto necessario. Il governo ha emanato, in questa direzione, un decreto di contenimento. Nel Dpcm esteso a tutta l’Italia vi è la norma che vieta gli spostamenti se non per comprovati motivi di salute o di lavoro. Ciò non significa che sia impossibile muoversi, ma occorre rispettare le distanze di sicurezza e la norme di corretta igiene. La maggior parte dei pazienti affetti da coronavirus sviluppa sintomatologie lievi, ma coloro che presentano casi gravi necessitano invece di essere intubati e posti in terapia intensiva. Che cosa significa?

Coronavirus, come funziona la terapia intensiva

Per i pazienti che presentano un contagio con sintomatologie lievi, come febbre e tosse, non occorrono ricoveri particolari. Per coloro che invece contraggono una forma di coronavirus grave è necessaria la terapia intensiva e il ricovero in ospedale: spesso si tratta di persone anziane o con patologie pregresse. Non è da escludere, comunque, il ricovero di pazienti più giovani.

In base alle condizioni in cui si trova il paziente, i medici optano per una mascherina con ossigeno che possa aiutarlo a respirare autonomamente o interventi più invasivi quali il casco respiratorio, la ventilazione non invasiva e l’intubazione. Il casco prevede un sistema di ventilazione che genera una pressione continua e favorisce l’ossigenazione del sangue a livello dei polmoni. Se ciò non dovesse bastare a migliorare le condizioni del paziente, però, quest’ultimo verrà trasferito nel reparto di terapia intensiva.

Per intubare un paziente occorre dapprima effettuare un’anestesia che dura alcuni giorni. Poi, il medico inserisce un tubo all’interno del corpo del paziente: questo strumento permette l’ossigenazione dei polmoni che si riempiono e si contraggono grazie al ventilatore al quale sono collegati. Per favorire le operazioni di intubazione, i medici provvedono anche alla somministrazione di farmaci miorilassanti, cioè per rilassare la muscolatura, nei pazienti. Nei pazienti più giovani le terapie intensive richiedono solitamente minor tempo per dare i primi risultati, ma tutto dipende dal livello di gravità del virus. Occorre comunque rispettare le regole ministeriali e l’imperativo unico: restare in casa.