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Coronavirus, a Cremona 4 donne di 4 Paesi diversi contro il Covid-19

Coronavirus Cremona

Trasmette gioia e speranza la foto di 4 donne provenienti da 4 Paesi diversi in prima linea contro il Coronavirus all'ospedale di Cremona.

Serve speranza, unione, coesione, forza di volontà. Difficile non perdersi d’animo in giorni tanto grigi. Il numero delle vittime pesa come un macigno. Non bisogna allentare la presa, sia chiaro, ma ci si aggrappa a quel tenue spiraglio di luce che parla di “stabilità nei nuovi casi di Covid-19”. Si può già vedere la luce in fondo al tunnel? Troppo presto per dirlo. In prima linea ci sono ancora medici e infermieri che non mollano la presa. Ogni giorno combattono per contrastare il male invisibile che sta tormentando il mondo intero. Altruismo, gentilezza e solidarietà sono più forti di ogni debolezza, seppur umana, seppur inevitabile. In trincea contro il Coronavirus ci sono medici e infermieri provenienti da diverse parti dell’Italia e del mondo: lo sanno bene all’ospedale di Cremona, da settimane particolarmente colpito dall’emergenza sanitaria. Ha commosso l’Italia intera ed è già diventata un’altra immagine simbolo della lotta al Covid-19: si tratta della foto che ritrae 4 donne provenienti da 4 diverse nazioni in servizio proprio nella struttura ospedaliera di Cremona.

Colombia, Africa Albania e Italia. A identificarle sono dei cartelli, decorati con colori caldi che trasmettono allegria. Bandiere, cuori, sole e arcobaleno: dietro quei piccoli striscioni e quelle tute bianche che le avvolgono e le proteggono, dietro la mascherina che copre gran parte del loro volto (insieme a cuffie e occhiali), c’è un sorriso che dà speranza.

Coronavirus, le 4 donne dell’ospedale di Cremona

Ogni giorno curano i molti pazienti ricoverati, con dedizione e tenacia. Ogni giorno regalano loro sorrisi e conforto: il dono più speciale per chi, rimasto completamente solo sul letto di un ospedale, ha pochi contatti con i propri cari e fa della paura il sentimento dominante nel proprio animo.

Bea è l’infermiera proveniente dalla Colombia, Ornela, invece, è la collega dell’Albania. Con loro c’è anche Iolanda, l’operatrice socio-sanitaria che arriva dall’Africa. Poi c’è Chiara, un’altra oss che è rimasta in Italia a offrire il suo prezioso aiuto. Ogni giorno lavorano su un unico fronte, forte e instancabile. Il suono delle ambulanze, ogni giorno, spezza il silenzio che aleggia per la città: a loro il compito di aiutare i pazienti malati che arrivano in ospedale e che devono essere divisi nei vari reparti. Insieme collaborano al pronto soccorso cremonese, vuoto nella serata di domenica 29 marzo. È stata la prima volta da un mese. In terapia intensiva, tuttavia, sono ancora molti i malati che lottano contro il virus. Le 4 donne però non demordono (e se non lo fanno loro, perché dovrebbero farlo i cittadini invitati solo a stare in casa?). “Ce la faremo insieme”, è il messaggio che hanno dato.

La fotografia: “Nessuno si salva da solo”

La foto che le immortala una accanto all’altra è stata scattata da Francesca Mangiatorti, una dottoressa del reparto che al Corriere della Sera ha spiegato: “Ho voluto immortalare le tante forze che stanno dando il loro contributo in questa sfida”. Poi le parole più toccanti:Lavoriamo senza sosta, c’è poco tempo per guardarsi negli occhi, sarebbe bello farlo di più”.

Eccole schierate, senza frontiere, diverse e uguali. Insieme sono una vera squadra, tenace e instancabile, che infonde fiducia. Siamo in buone mani, vien subito da pensare anche perché una cosa l’abbiamo capita: nessuno si salva da solo. Così si legge nel post condiviso su Facebook da Asst Cremona. Il messaggio, chiaro riferimento a quanto detto da Papa Francesco nella benedizione Urbi et Orbi, è stato ripreso anche da Bea, Chiara, Iolanda e Ornela. “Abbiamo capito che nessuno si salva da solo”, hanno infatti commentato. Il Coronavirus fa paura, ma all’ospedale di Cremona, così come nel resto di Italia, è vietato arrendersi.