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Coronavirus, Galli: "No alle false speranze, la strada è ancora lunga"

Galli sulla pandemia Coronavirus: "Lotta dura"

Massimo Galli invita a non farsi false speranze sulla riapertura dopo il coronavirus: "La strada è ancora lunga", ha sottolineato l'infettivologo.

Massimo Galli invita la popolazione a non crearsi false speranze sulla possibile data di riapertura dell’Italia dopo il coronavirus: con la conferma del lockdown fino a Pasqua, occorre mantenere la cautela. I dati dell’ultimo bollettino e dei precedenti mostrano dei contagi in lieve calo e i ricoveri in terapia intensiva sembrano essere diminuiti. Quello che si delinea, quindi, è il superamento del picco che non significa che sia arrivato il momento di allentare le misure di contenimento.

Coronavirus, Galli: no a false speranze

L’ipotesi è che l’Italia abbia superato il picco di contagi da coroanvirus, ma se così fosse – sostiene Galli – bisogna “vedere i dati dei prossimi giorni, per capire se c’ è un consolidamento”. “Se però avessimo davvero “scollinato” – aggiunge anche -, allora vorrebbe dire che l’andamento della situazione andrebbe verso una frenata. E quindi ne saremmo tutti contenti. Ma prima di cantare vittoria dobbiamo aspettare che questo trend di calo si stabilizzi”.

Come è possibile capire quando è avvenuto il superamento del picco? “Innanzitutto – ha spiegato Galli a Dagospia – servono più giorni con dati in questa direzione. Poi perché ancora il numero di test è troppo basso rispetto alla platea di contagiati. Purtroppo, tutto dipende dalla capacità di contenimento di altre aree del paese rispetto alla Lombardia”.

Wuando si parla della possibile riapertura scaglionata, invece, Galli frena: “Non bisogna alimentare false speranze con eccessivo anticipo. E poi dovremo pensare bene a come riaprire con condizioni accettabili”.

Sull’alto numero dei morti, infine, occorre riflettere in due direzioni: “In primis, il fatto che abbiamo raggiunto un’epidemia “matura” e poi che il nostro denominatore è composto da persone che stanno male”. La speranza per le prossime settimane è vedere anche questa curva scendere, perché “vorrebbe dire che la malattia ha già dato il suo peggio”.