> > Coronavirus, l'appello della Cei per matrimoni, battesimi e funerali

Coronavirus, l'appello della Cei per matrimoni, battesimi e funerali

coronavirus-matrimoni-battesimi-funerali

Appello della Cei per dare il via libera a matrimoni, funerali e battesimi ai tempi del coronavirus.

Matrimoni, battesimi e funerali. La pandemia da coronavirus non ha risparmiato niente e nessuno, né tantomeno eventi religiosi e personali. Adesso, in vista di una graduale riapertura dell’Italia, la Cei è pronta a consegnare al Governo Conte un pacchetto di proposte che consentiranno la ripresa di questi eventi con tutte le precauzioni del caso. I rapporti quotidiani, come spiega il sottosegretario Cei, sono con la Presidenza del Consiglio, ma anche con i ministeri, come Interni, Scuola, Famiglia, per i vari aspetti specifici. Un pensiero in particolare, da parte di Don Maffeis, è la celebrazione dei funerali: “Non possiamo lasciare che una intera generazione, e i loro familiari, siano privati del conforto sacramentale e degli affetti, scomparendo dalla vita, e improvvisamente diventando invisibili. Ci deve essere la possibilità di celebrare i funerali, magari solo con i familiari stretti, non possiamo non essere vicino a chi soffre”.

Matrimoni, battesimi e funerali: come fare

Come si farà con matrimoni, battesimi e funerali una volta passata la prima fase della pandemia da coronavirus? I dettagli sono al vaglio degli esperti ma il principio fondamentale resta quello del rispetto delle distanze, della igienizzazione dei locali e dell’uso dei dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti) nei casi in cui sia necessario. Così, con numeri che siano contingentati – da far rispettare attraverso l’opera di volontari – si potrebbe riprendere dopo il 3 maggio la pratica liturgica. Anche perché la Cei è consapevole che: “L’emergenza non sarà finita ma se aspettiamo che finisca possiamo mettere in soffitta per sempre la vita ecclesiale”.

La Cei, rivolgendosi al Governo, fa un appello affinché: “Ci venga riconosciuta la possibilità di riprendere, certamente senza sconti, sarebbe irresponsabile. Però noi chiediamo che venga data una risposta alle attese di tanta gente”. Intanto, resta la richiesta dei vescovi italiani che hanno proposto di celebrare la Settimana santa con un minimo di persone, con accanto al celebrante la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori per la trasmissione.

Le scuole paritarie

Infine, la Cei lancia un allarme sulle scuole paritarie chiedendo, da parte del governo, dei fondi di sostentamento per quelle famiglie che hanno pagato le rette. “La prospettiva di una scomparsa delle scuole paritarie – conclude Don Maffeis -, oltre che un oggettivo impoverimento culturale, costituirebbe un aggravio di alcuni miliardi di euro all’anno sul bilancio della collettività. Senza aggiungere che, chiuse le paritarie, ci si troverà ad affrontare la mancanza di servizi con cui supplirle”.