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Vigilessa interrompe funerale: ira della madre di Silvia Ghezzi

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Accade a Lecce, dove una vigilessa ha interrotto il funerale per controllare tutti i presenti. Lo sfogo della madre della defunta su Facebook.

Una vigilessa interrompe il funerale e fa infuriare tutti. Succede a Lecce dove in venti si sono ritrovati per dare l’ultimo saluto a una giovane donna di 32 anni, prematuramente scomparsa a causa di una rara malattia. L’ultimo saluto a Silvia Ghezzi, dunque, è stato oggetto di una querelle molto accesa tra i parenti della defunta e la vigilessa. Quest’ultima, infatti, ha interrotto la funzione liturgica per controllare tutti gli astanti. E lo sfogo della madre, Mimma Colonna, arriva direttamente dal proprio profilo Facebook in una lunga lettera indirizzata nei riguardi del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini.

Lecce, vigilessa interrompe funerale

Nella lettera scritta dalla mamma di Silvia Ghezzi si desume tanta rabbia e indignazione per quanto accaduto a Lecce: “Non è accettabile che avvenga tutta questa persecuzione durante la celebrazione della messa del funerale di mia figlia Silvia, che ha già dovuto sopportare in vita atroci sofferenze e non trova pace nemmeno nel cimitero durante il suo ultimo saluto da parte dei congiunti che educatamente erano a 3-4 metri uno dall’altro all’aperto”, scrive la mamma della povera defunta. A Mimma Colonna non va giù il comportamento della vigilessa che sarebbe stato privo di tatto: “Continuare imperterrita a disturbare per chiedere nome e cognome col taccuino in mano mentre il dolore per la perdita della figlia ti attanaglia è veramente deplorevole e squallido”.

E ancora, nella lettera-sfogo della mamma di Silvia Ghezzi si legge: “Vengo dal cimitero di Bologna, dove mia figlia è morta, e nonostante si celebrassero i funerali nessun vigile a Bologna si è mai permesso di assumere atteggiamenti da campo di concentramento, anzi se si avvicinavano era solo per dare le condoglianze e ricordare le distanze”, prosegue la lettera. E poi un richiamo nei confronti di Carlo Salvemini: “Credo signor Sindaco che la prima cosa che manca a questa vigilessa non sono l’apprendimento delle regole del Decreto, ma le basi più elementari della buona educazione, del rispetto del dolore atroce per la perdita di una figlia, del rispetto per la celebrazione funebre. E poi non può avere libero arbitrio di modificare le regole a suo piacimento”. La lettera è diventata presto virale e la notizia della vigilessa di Lecce è diventato un vero e proprio caso nazionale.