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Coronavirus, raddoppia il numero dei contagi: la metà sono in Lombardia

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Raddoppiano i casi di coronavirus, la metà in Lombardia. Il ministro Boccia ribadisce che in caso la curva risalisse ci saranno nuove chiusure.

Raddoppiano i casi di coronavirus in Italia, la metà solo in Lombardia. Nella Regione, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria è stata la più colpita del Paese, non si arresta l’allarme Covid-19, come confermato dal rapporto tra contagiati e tamponi. Se in tutta Italia è di circa 2 nuovi positivi ogni cento test fatti, a Milano e dintorni è a oltre 4 su 100. Su 813 casi registrati nella giornata di martedì 19 maggio, 462 sono in Lombardia, dove aumentano anche le vittime. L’incremento è stato di 24. La crescita dei contagi è correlata al maggior numero di tamponi eseguiti rispetto al weekend. Tuttavia, il ministro per le Autonomie Francesco Boccia mette in guardia i cittadini italiani. Infatti, qualora la curva dei contagi dovesse subire un’impennata, non si escludono nuove chiusure.

Coronavirus, raddoppiano i contagi: allerta in Lombardia

Lunedì 18 maggio i nuovi casi erano 451, ma nell’arco di 24 ore i nuovi positivi sono 813. Massima allerta in Lombardia, dove l’allarme resta alto. Nel resto d’Italia, fortunatamente, il trend sembra sia in calo.

Il ministro Boccia, per evitare un nuovo picco di contagi, non nasconde la possibilità di adottare nuove misure di sicurezza. Le chiusure saranno di esclusiva competenza dello Stato: Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del Viminale, ha fatto sapere ai prefetti che non spetterà ai governatori decidere se aprire o bloccare i confini della propria regione. Sarà il Governo a stabilire eventuali limitazioni negli spostamenti. Le misure, si legge nella circolare, saranno adottate in relazione a “specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”.

Con la riapertura della quasi totalità delle imprese italiane, si potrà analizzare il nuovo trend dell’epidemia, verificando la sua stabilità o la sua rapida crescita. Intanto il ministro Boccia ricorda che con il coronavirus “bisognerà convivere”. Ha messo in guardia sui rischi del virus e sull’esigenza di prestare sempre la massima attenzione, indossando guanti e mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza. Quindi ha aggiunto: “Se se ci dovessero essere problemi in una singola regione, quest’ultima dovrà chiudere perché non possiamo fermare le altre”. Presto, ha precisato, ripartirà anche la mobilità tra le regioni, ma solo tra quelle “che hanno rischio medio o basso”. Per chi, invece, avesse un “rischio alto, questo non sarà ritenuto opportuno”.