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Ragazza 12enne bullizzata per l'obesità, in ospedale dopo una sincope

ambulanza

A Napoli una ragazza di 12 anni è finita in ospedale per una sincope dopo essere stata bullizzata da alcuni coetanei a causa della sua obesità.

Ennesimo episodio di intolleranza a Napoli, dove una ragazza di 12 anni è finita in ospedale a causa di una sincope dopo che continuava a essere bullizzata da alcuni coetanei per il suo stato di obesità. Quella che è definibile come una persecuzione vera a propria andava ormai avanti da diverso tempo su Instagram, con foto imbarazzanti e minacce di morte nei confronti della 12enne da parte di un ragazzo di 14 anni e di una ragazza si 13, che a loro volta avrebbero preso di mira anche la madre della vittima intervenuta per difendere la figlia.

Napoli, ragazza bullizzata per la sua obesità

Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa, la ragazzina veniva continuamente denigrata per il aspetto fisico, al punto che il continuo stress subito dai suoi persecutori ha finito qualche settimana fa per procurarle una sincope, per la quale si è reso necessario il ricovero in ospedale.

Nel tentativo di ottenere spiegazioni la madre della 12enne si era inizialmente rivolta ai genitori dei due bulli, ottenendo però un analogo trattamento da parte dei ragazzini come è visibile anche da una conversazione privata allegata dall’avvocato Sergio Pisani agli atti degli investigatori: “Attenta che stiamo organizzando una vattuta [pestaggio, ndr] a L*** più continui più la pestiamo”.

Il pericolo del bodyshaming

L’episodio accaduto a Napoli contribuisce a dare la giusta misura di come appartenere a canoni estetici divergenti da quelli comunemente accettati comporti molte volte un’esclusione da parte della società. Un atteggiamento che purtroppo si riverbera anche in alcuni testi dedicati ai più piccoli come denunciava qualche settimana fa il parlamentare Alessandro Fusacchia mostrando quanto era contenuto in un libro scolastico per bambini: “Primo libro. Un testo scolastico. Bisogna concludere le frasi capendo quale sia la seconda parte corretta. Il prosieguo giusto; quello naturale, secondo loro. […] Questa è roba da far venire voglia anche al più incallito liberale di invocare la censura”.