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Introdurre l'infermiere scolastico: chi è e cosa farebbe

giornata infermiera

L'infermiere scolastico, la figura che il Sindacato Infermieri Italiani vorrebbe introdurre in tutte le scuole. Possibile proposta al Governo?

La proposta del Sindacato Infermieri Italiani per la ripartenza scolastica: “Introdurre l’infermiere scolastico”. Un’idea lungimirante rivolta direttamente al Governo dal Nursing Up.

L’infermiere scolastico

Dell’importanza degli infermieri non se ne parla mai abbastanza, eppure durante i mesi di lockdown più duri sono state una delle categorie più impegnate nella lotta al coronavirus, sia in Italia che nel resto del mondo. Ed è proprio nel nostro Paese che arriva una lungimirante proposta da parte del Nursing Up, il Sindacato Infermieri Italiani, direttamente al Governo: introdurre l’infermiere scolastico. Una figura strutturata e con un ruolo specifico, da posizionare affianco a bambini e studenti non solo come supporto sanitario, ma anche come figura educatrice per le nuove generazioni, capace di far crescere cittadini informati e consapevoli. “Siamo sempre pronti a nuove battaglie – dice il presidente De Palma – non ci fermiamo mai, e allora alla luce di quanto è accaduto e sta accadendo, riteniamo che già da settembre qualcuno dovrebbe preoccuparsi di introdurre, gradualmente, nelle scuole primarie e secondarie, la figura dell’infermiere. L’infermiere scolastico – continua il presidente – non è certo una novità assoluta. All’estero è presente da tempo, ci sono molti paesi che hanno nel corpo docente un infermiere professionista. Non ci dimentichiamo che i nostri hanno tanto di laurea, non hanno nulla da invidiare a tanti colleghi europei, e il loro livello culturale, oltre che le loro conoscenze in materia sanitaria, li metterebbero nella condizione di svolgere funzione docente e supportare gli istituti nelle attività di educazione sanitaria e prevenzione a 360 gradi”.

Chi è e cosa fa l’infermiere

Una figura che implementi l’infermiere di famiglia, ma capace d’intervenire anche nelle attività educative per i più giovani. Un primo tentativo sarebbe, data l’esperienza del Covid-19, da provare proprio in settembre a supporto degli studenti dopo mesi d’isolamento, seguendoli passo passo nella ripresa delle attività. “In percorso di formazione e conoscenza di tutte le regole di contrasto al diffondersi delle principali tipologie di malattie contagiose e diffusive, sia per fornire una vera propria formazione in educazione sanitaria, quella che manca negli istituti scolastici, quella che è fondamento per diventare cittadini informati e responsabili. Mi riferisco alle norme basilari di pronto soccorso, alla civica responsabilità sociale che ognuno di noi ha nel tutelare la propria salute e quella collettiva, cose che si dovrebbero apprendere dai primi anni di vita. Mi immagino una Italia dove finalmente l’infermiere, al pari del medico, insegni ai ragazzi la “cultura della salute”. Una richiesta avanzata da tempo a numerosi Governi e che sarebbe in grado di dare supporto anche ai bambini in difficoltà, ai portatori di handicap, agli studenti con patologie croniche, ma anche per tutte le patologie delle comunità: modificare le regole per migliorare l’ambito scolastico. Sarà la volta buona dopo l’epidemia da Covid-19?