> > Coronavirus, infettivologo Ippolito: "Indossare mascherine, virus circola"

Coronavirus, infettivologo Ippolito: "Indossare mascherine, virus circola"

coronavirus Ippolito

"Il coronavirus non è morto, è ancora in circolo" e i nuovi focolai lo dimostrano. A dirlo è il direttore scientifico dell’istituto Spallanzani.

All’indomani della riapertura e della ripresa delle attività, il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma aveva messo a freno gli entusiasmi: l’emergenza coronavirus non è finita. A distanza di settimane la sua opinione non è cambiata: i nuovi focolai individuati nel nostro Paese attestano che il virus è ancora in circolo. Dopo i casi registrati a Mondragone tra la comunità bulgara e i 107 positivi alla Bartolini, nuovi focolai sono stati segnalati nel Mantovano, in Veneto e Trentino, in Toscana e a Ravenna. Per evitare di assistere a un nuovo brusco aumento dei contagi, l’infettivologo dello Spallanzani mette in guardia: non è allarmismo, ma prevenzione. Giuseppe Ippolito, infatti, ha commentato: “I nuovi focolai sono la spia che il coronavirus circola, anche se meno. Poiché circola dobbiamo applicare le banali misure di prevenzione che dovrebbero essere entrate nelle nostre consuetudini. Indossare la mascherina, rispettare le distanze e curare l’igiene delle mani. “Bastano queste semplici precauzioni per rendere difficile la vita al virus. I focolai sono la prova che gli basta un niente per avvantaggiarsi”, ha ribadito.

Coronavirus, le raccomandazioni di Ippolito

Il direttore scientifico dell’istituto Spallanzani e membro del Comitato tecnico che supporta il governo nelle azioni di contrasto al Covid 19 si è detto fiducioso delle capacità di risposta del Paese. Tuttavia, ha ribadito l’esigenza dei sistemi di prevenzione, per evitare nuovi focolai e arginare quelli già esistenti. Ammonisce le molte persone che hanno già smesso di indossare la mascherina: i comportamenti sociali restano di fondamentale importanza per contrastare il virus. “Se non fosse per i tragici eventi stenteremmo a credere che la tenuta sociale economica delle nazioni e i sistemi sanitari possano essere messi in crisi da un organismo così piccolo che per poterlo vedere è necessario un microscopio elettronico”, ha commentato.

Intervistato al Corriere della Sera ha precisato: Le mascherine sono cadute in disuso, vedo e mi raccontano che sono troppo spesso dimenticate, come se non servissero più. Invece restano fondamentali. Credo che la gente abbia perso fiducia nella scienza. Finché la comunicazione era univoca, “il virus c’è e fa male, punto”, i cittadini hanno seguito le raccomandazioni. Poi sono cominciate le divisioni. La confusione può aver creato un rilassamento nei comportamenti che invece sono fondamentali per tenere a bada il virus”.

I nuovi focolai in Italia

In merito ai focolai registrati in Italia ha tenuto a sottolineare: Fanno parte della circolazione di tutti i virus. Sono costituiti da gruppi di persone che sviluppano infezione, perché sono esposte a un individuo infetto. Succede per il raffreddore, per la rosolia e tutte le malattie infettive. I virus si comportano tutti allo stesso modo e non ci si deve meravigliare. Fanno il loro mestiere, infettare”.

I nuovi casi potrebbero riaccendere l’emergenza sanitaria? “Speriamo di no, molto dipende da noi. In Italia esiste un sistema di tracciamento molto efficace in tutte le Regioni, indistintamente, di destra e sinistra, che stanno facendo un grande sforzo. Quando gli interventi sono tempestivi e i contatti dei soggetti positivi possono essere individuati e isolati, il focolaio non si propaga e il cerchio dei contagi viene chiuso. Però anche i singoli cittadini devono fare la loro parte”.

Per l’infettivologo Ippolito, infatti, “se andiamo a cena al ristorante, oltre a prenotare, dovremmo lasciare nome, cognome e numero di telefono in modo da poter essere rintracciati nel caso all’interno dello stesso locale venga segnalato un cliente positivo al tampone”. Al contrario, “darsi alla macchia è un atto di furbizia che nuoce alla collettività e fa gioco al virus che prende il largo”.

L’App Immuni e la seconda ondata

Utile potrebbe essere l’uso dell’App Immuni. “L’applicazione fa automaticamente rintracciare chi ha avuto contatti con una persona positiva, nel pieno rispetto della privacy. Funziona da campanello d’allarme, ha sottolineato Ippolito.

Sulla seconda ondata anche Giuseppe Ippolito si è mostrato dubbioso. Ci sarà una nuova emergenza coronavirus con l’arrivo dell’autunno? “Non rispondo né sì né no. Il virus non è morto, è contagioso come prima e può riprendersi. Più circola, più aumenta il rischio di avere vittime”. “Oggi il numero di casi gravi è stato abbattuto e dobbiamo far sì che resti più basso possibile tenendo a bada i focolai interni e stando molto attenti a non importare casi dai Paesi dove il sistema di tracciamento non è affidabile come il nostro, ha raccomandato.