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Sanità: il superticket è stato abolito

Sanità: il superticket sarà abolito dal primo settembre

Dal primo settembre il superticket per la sanità scomparirà definitivamente.

Una nota del Ministero della Salute, che è stata recepita lunedì 24 agosto attraverso una delibera dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna prevede che dal primo settembre il superticket per la sanità sarà definitivamente abolito.

Abolito il superticket per la sanità

Viene estesa a tutto il Paese una misura che da Piacenza a Rimini era già stata decisa dalla Regione Emilia-Romagna, prima in Italia, nel luglio 2018: allora concerneva i redditi familiari annui fino a 100 mila euro lordi. La decisione era entrata in vigore dal primo gennaio 2019 insieme all’abolizione del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico. Rimanevano comunque a costo zero le prestazioni per coloro i quali erano esenti per motivi di reddito. Il provvedimento regionale lo scorso anno aveva consentito un risparmio di 22 milioni di euro per circa un milione e 200 mila cittadini che percepivano un reddito annuo sotto i 100 mila euro lordi. Ma il risparmio è superiore ai 36 milioni di euro considerando pure la contestuale abolizione del ticket da 23 euro sulle prime visite specialistiche. Con il recepimento da parte della Regione della circolare del ministero della Salute, in Emilia-Romagna la misura nazionale estende l’abolizione del superticket a tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito.

Il commento di Raffaele Donini

Con le seguenti parole si è espresso in merito al provvedimento l’assessore regionale alle politiche per la salute, Raffaele Donini: “Si tratta di un provvedimento dovuto che va nella direzione convinta di una sanità pubblica universalistica. Siamo stati la prima Regione, due anni fa, a togliere il superticket per i redditi inferiori ai 100mila euro e a incidere così, in modo significativo, sulla vita delle famiglie garantendo un risparmio complessivo di 22 milioni di euro all’anno. La tutela della salute non può e non deve diventare uno scoglio, e soprattutto non deve creare differenze“.