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Omicidio Colleferro, parlano i testimoni: "Una violenza inaudita"

Omicidio Colleferro

I testimoni dell'omicidio di Colleferro parlano di violenza inaudita.

Le parole dei testimoni sull’omicidio di Colleferro sono davvero scioccanti. Si tratta della descrizione di un’aggressione selvaggia, in cui la furia di un gruppo di cultori di arti marziali si è riversata completamente su un ragazzo che non aveva nulla a che fare con quello che stava accadendo, ma che ha tentato di placare gli animi. I testimoni assicurano che Willy Monteiro Duartenon c’entrava nulla con la rissa, ma l’hanno massacrato a calci e pugni senza una plausibile ragione“. Il ragazzo voleva mettere pace tra due ragazzi che litigavano, ma la violenza è stata inaudita. Il suo corpo era scosso dalle convulsioni e non riusciva a respirare, mentre una ragazza tentava di rianimarlo.

I testimoni dell’omicidio di Colleferro

Picchiavano tutti quelli che incontravano” prima di accanirsi su Willy. Così è stata descritta la furia del gruppo. L’ordinanza del giudice di Velletri, per l’arresto degli aggressori, svela che “i fratelli Bianchi stavano facendo sesso nel cimitero con alcune ragazze di cui non conoscevano il nome” quando poi sono stati chiamati per intervenire nella rissa. I testimoni presenti in largo Santa Caterina a Colleferro hanno raccontato ogni dettaglio della lite e del pestaggio, permettendo in questo modo ai carabinieri di indagare e chiudere l’indagine. Il primo testimone è stato Federico Zurma, che ha spiegato che erano le 23.30 quando con alcuni amici e amiche si sono recati nel locale Due di Picche, fino all’1.30. Le amiche sono state apostrofate in modo volgare da alcuni ragazzi. “Il mio amico Alessandro li riconosceva per dei ragazzi di Artena. Ci scambiavamo qualche battuta dopodiché uno di loro mi veniva incontro dicendomi perché lo stessi fissando. Avevamo un diverbio quando all’improvviso questo ragazzo mi colpiva con un pugno al volto facendomi rovinare sulle scale” ha dichiarato Zurma.

La questione sembrava essere finita, ma non era così. “Finita la lite tra me e il ragazzo notavo che a distanza di pochi metri da noi si era creato un altro parapiglia tra altri ragazzi che stavano litigando esattamente sulla strada vicino l’edicola. Qualcuno mi urlava che il mio amico Willy coinvolto nel parapiglia si trovava steso a terra, facendomi spazio tra la gente in effetti notavo Willy a terra sul marciapiede preso da spasmi tipo convulsioni. Attorno a lui c’era una moltitudine di persone e ricordo che qualcuno ha provato a soccorrerlo e rianimarlo. Venivano chiamati i soccorsi e io e Alessandro andavamo via anche perché lui aveva riconosciuto gli aggressori di Willy e mi suggeriva di allontanarmi il prima possibile per non incorrere in ulteriori violenze. Ricordo che il ragazzo che mi ha sferrato il pugno aveva l’avambraccio sinistro ingessato e i capelli corti e scuri” ha spiegato. Rosati ha confermato la versione, spiegando di essersi avvicinato ad uno dei ragazzi per chiedere con calma delle spiegazioni sulle parole rivolte alle ragazze, ma lui si è scusato dicendo di non essere stato lui.

La violenza inaudita

Emanuele Cenciarelli ha spiegato perché il suo amico Willy ha deciso di mettersi in mezzo. Monteiro aveva notato un suo vecchio compagno di scuola che stava litigando in modo animato con un altro ragazzo in mezzo alla strada. Il ragazzo ha deciso di avvicinarsi per capire cosa stava accadendo, ma Emanuele lo ha convinto ad andarsene a casa. Mentre se ne stavano andando sono stati aggrediti dagli stessi ragazzi. “Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra circondato da 4 o 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci pugni. Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non centravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima. Le mie richieste venivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy” ha spiegato Cenciarelli, aggiungendo di non riuscire a quantificare il tempo dell’aggressione subita. Emanuele ha raccontato che questi ragazzi si sono accaniti anche sul corpo inerme di Willy.

Faiza Rouissi ha lasciato un’altra testimonianza. “Ero a piedi ho visto un ragazzo che conosco e mi sono fermata a dividere Pincarelli e Zurma che si stavano picchiando. A questo punto è arrivata un’autovettura a forte velocità di colore nero dalla quale sono scese cinque persone. Tre di loro hanno iniziato a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona presente sul posto. Un ragazzo è rimasto a terra e nonostante fosse disteso delle persone lo picchiavano. So riconoscere chi è stato: Gabriele Bianchi, che dapprima gli ha dato un calcio in pancia per il quale Willy si è accasciato. E quando si è rialzato è stato colpito nuovamente da Gabriele. Perdeva sangue dalla bocca, Gabriele l’ha picchiato ancora a terra per qualche istante dopodiché, quando è arrivata la sicurezza dei locali, lui è scappato insieme agli altri. A quel punto abbiamo soccorso Willy e abbiamo chiamato un’ambulanza” è il racconto terrificante di quanto è accaduto.