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Rivolta migranti in un centro di accoglienza: in fuga da quarantena

rivolta centro accoglienza Agrigento

Nella notte un gruppo di 65 migranti ha aggredito i poliziotti, lanciato oggetti e dato fuoco ai materassi del centro di accoglienza Villaggio Mosè.

Nella notte di martedì 6 ottobre c’è stata una rivolta dei migranti di un centro di accoglienza ad Agrigento. Numerosi i danni arrecati. Gli ospiti della struttura, infatti, hanno lanciato oggetti, aggredito i poliziotti intervenuti per riportare la calma, e bruciato i materassi.

Rivolta migranti centro accoglienza di Agrigento

Solo pochi giorni prima, la fuga di alcuni ospiti di Villa Sikania aveva dato vita a una colluttazione in cui un poliziotto è rimasto ferito. Nella notte, invece, la rivolta dei migranti si è verificata nel centro di accoglienza Villaggio Mosè di Agrigento. Sarebbero circa 65 coloro che si sono scagliati contro i poliziotti. Tre agenti del Reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti. Alcuni migranti erano in quarantena, ma sono comunque riusciti a lasciare il centro. A riferire quanto accaduto è Valter Mazzetti, segretario generale della Federazione sindacale della Polizia di Stato.

Sarebbero per lo più tunisini coloro che “hanno dato vita a una rivolta”. Il gruppo ha lanciato “contro le forze dell’ordine estintori, reti dei letti, parti di finestre mandate in frantumi, pietre e altri oggetti di ogni genere”. Poi Mazzetti ha fatto sapere: “È divampato anche un incendio dopo che i migranti hanno dato fuoco ai materassi tentando di lanciarli addosso ai poliziotti. Alcuni sono riusciti ad allontanarsi dal centro dove erano sottoposti alla quarantena”. Quindi ha ricordato: “Queste vicende si verificano con una frequenza allarmante”, il problema è che “sono ormai vissute come fossero normali”. “Questo è inaccettabile, commenta Mazzetti. Per lui i centri di accoglienza “sono bombe a orologeria sul piano anzitutto sanitario, considerata l’emergenza coronavirus, ma anche sociale e dell’ordine e sicurezza pubblica”.

“Ciò che più ci preme è l’apparente assoluta indifferenza per le condizioni di lavoro in cui operano le forze dell’ordine in questo settore, abbandonate completamente a rischi elevatissimi”, ha sottolineato il segretario. Ma non è tutto. Il problema della gestione dei migranti, aggravatosi “enormemente” con l’emergenza sanitaria, “viene scaricato totalmente sulle loro spalle, ha aggiunto. “Praticamente ovunque, in queste strutture, i migranti rifiutano di rimanere in quarantena. Le rivolte e le fughe di massa sono continue e noi non siamo numericamente in grado di affrontarle né abbiamo protocolli chiari in tal senso. Rischiamo sistematicamente il massacro, mentre vengono commessi reati gravissimi”, è il giudizio di Mazzetti.