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Regioni rosse e lockdown nazionale: scenari possibili

Speranza

Le ipotesi al vaglio per i prossimi 10 giorni prevedono nuove restrizioni più severe.

Le Regioni che necessitano di misure più restrittive e che potrebbero entrare in zona rossa sono 14. Dopo Abruzzo, Basilicata, Liguria e Toscana, che sono passate alla zona arancione, le osservate speciali sono Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Per il momento bisogna attendere la fine della settimana per i nuovi dati, tenuti sotto controllo dal ministro Speranza. Intanto, l’ipotesi di un lockdown totale sembra non essere presa in considerazione dal Governo, anche se i medici hanno lanciato un appello per chiudere tutto.

Situazione nelle Regioni

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, ha parlato di una decelerazione della curva, “frutto delle misure già poste in essere“. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, ha aggiunto che i segnali sembrano essere incoraggianti. I medici, però, insistono per il lockdown nazionale. Silvestro Scotti, presidente della Federazione italiana dei medici di medicina generale, ha spiegato che serve una zona rossa in tutta Italia. Nel fine settimana scatterà sicuramente un’ulteriore stretta nel nostro Paese e il Viminale ha chiesto ai prefetti di convocare i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica per incrementare i controlli e coordinare con i sindaci la chiusura di strade e piazze più frequentate. “Sulla base dell’ultimo monitoraggio ci sono quattro regioni che vanno verso un rischio alto e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive” ha spiegato Brusaferro, riferendosi a Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto, che si troverebbero nello scenario 4.

Risulta, quindi, molto probabile che nei prossimi giorni possano essere firmate nuove ordinanza. I governatori di tre delle Regioni a rischio, ovvero Stefano Bonaccini, Massimiliano Fedriga e Luca Zaia, stanno studiando insieme un’ordinanza unica, per evitare di passare dalla fascia gialla a quella arancione o rossa. Vorrebbero introdurre autonomamente nelle loro Regioni delle norme più restrittive di quelle in vigore, con restrizioni alla mobilità e contro gli assembramenti. Vincenzo De Luca, presidente della Campania, continua a ripetere che per la sua Regione non ci sono ulteriori decisioni da prendere, sottolineando che la sua collocazione è già stata decisa sulla base dei dati e dei criteri fissati dal ministro della Salute, Speranza.

Ipotesi lockdown totale

Per il momento l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale, come quello di marzo, sembra non interessare al Governo. Molte regioni, però, hanno un rischio alto e potrebbero presto passare in zona arancione o rossa, con misure molto più restrittive. Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, ha spiegato che fino a venerdì 13 novembre non ci saranno nuovi aggiornamenti per il cambiamento di zona e l’inasprimento delle norme in vigore. Boccia è stato intervistato a Cartabianca, su Rai 3, e ha assicurato che non ci saranno ulteriori colpi di scena in questi giorni. Il monitoraggio, però, continua e prossimamente verranno annunciati i nuovi dati.

Probabilmente ci saranno nuove restrizioni, e così accadrà ogni settimana” ha spiegato Boccia, mentre l’Istituto superiore di sanità continua a tenere sotto controllo le quattro regioni che al momento sono più a rischio di cambiamenti. Intanto, continua la polemica sui dati incompleti trasmessi dalle Regioni. Boccia ha spiegato che stanno approfondendo la questione. “Bisogna intervenire sulla curva dei contagi, senza chiudere per forza” ha spiegato il ministro per gli Affari Regionali. Il fattore più importante rimane la tenuta del sistema sanitario sul territorio, che verrà valutato settimanalmente. “Escludo un lockdown come marzo e aprile ma potrebbero arrivare misure più restrittive” ha aggiunto Boccia.