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Professoressa si prostituiva a Imperia: i clienti violavano il lockdown

Uomo investito da un'auto della Polizia Napoli

Prof si prostituiva a Imperia, due arresti e una denuncia. Soldi, conti correnti e una supercar per un grosso giro di affari scoperto dai carabinieri.

Violavano il lockdown per andare da una prostituta, una professoressa di 56 anni che con il falso nome di Elena aveva creato un giro di almeno 70 clienti ad Alassio, in provincia di Savona. Ci hanno pensato i carabinieri a stroncare un giro di sfruttamento della prostituzione, arrestando due persone, che ha investito anche i profili di violazione delle regole sul lockdown. Questo visto che i clienti, per le loro ore di alcova bollente a pagamento, spesso violavano le restrizioni in materia di movimento dell’ultimo Dpcm anti Covid, sia spostandosi che producendo false autocertificazioni. Secondo un corposo fascicolo penale allestito dalla procura e girato al Gip di Savona, Francesco Meloni, la prof pubblicava annunci hot su siti di incontri e allettava professionsiti, studenti, operai, con un numero di telefono ed un indirizzo falso. La donna infatti pare ricevesse i suoi clienti in altro luogo da Alassio, per la precisione, secondo quanto appurato dal tenente dei carabinieri Salvatore Napoli e da un suo sottufficiale, ad Andora ed Imperia.

Prof si prostituiva ad Imperia

E i guadagni erano lucrosissimi: fino ad 8000 euro al mese per un giro di affari tentacolare. La magistratura ha inoltre posto sotto sequestro numerosi conti correnti e carte di credito, serviranno a certificare in punto di diritto l’attività di lucro da parte di terzi sulla prostituzione della donna. A finire in manette sono stati il marito della docente, un 58enne elettricista, e un ristoratore di Andora 61enne. Con loro è indagato un 70enne che avrebbe funto da ‘smistatore’ delle prestazioni. Per tutti l’accusa è di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il gip ascolterà in interrogatorio di garanzia i due arrestati domani. Attenzione, in Italia la prostituzione in sé non è reato, ma il suo sfruttamento si, ecco perché la prof è parte lesa in fascicolo. Parte lesa ma agiatissima, visto che aveva una Jaguar e quattro conti correnti bancari.

Intercettazioni, pedinamenti e interrogatori dei clienti

A profilare il giro gli investigatori erano arrivati con intercettazioni, pedinamenti e identificazione dei clienti più assidui. Proprio dalle audizioni di questi ultimi era emerso il dato che l’ordinanza del Gip spiega bene: “Gli accertamenti dei militari – scrive il gip del tribunale di Savona nell’ordinanza di arresto – hanno consentito di verificare la prosecuzione dell’attività di meretricio della donna anche nel periodo di emergenza sanitaria relativa alla pandemia da Covid-19“. Ma come operava il terzetto? Semplice ed efficace: il marito, come purtroppo accade spesso postava video e foto hot della moglie, il ristoratore rispondeva alle telefonate con l’utenza telefonica del 70enne e concordava tariffe e prestazioni. Il cerchio si chiudeva poi sempre con il marito, che nella veste di ‘tassista’ spesso andava a riprendere la moglie dopo gli appuntamenti e la conduceva a quelli successivi.