Covid, Broccolo afferma che la carica virale, ovvero il numero delle copie di materiale genetico presenti in un millilitro di materiale biologico prelevato con tampone, si sia abbassata. Il virologo , dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano, ne ha parlato durante un’intervista per ANSA, specificando che attualmente solo il 5% dei pazienti analizzati, pari al 20% dei positivi, ha una carica virale superiore a un milione, contro l′80% che si registrava in ottobre.
Covid, Broccolo sulla carica virale
“Quindi, le cariche virali stanno diminuendo significativamente rispetto ad inizio di ottobre, quando circa l′80% dei positivi aveva una carica superiore ad 1 milione, indicando una riduzione delle infezioni attive”, ha dichiarato Francesco Broccolo. Il dato è sicuramente positivo e “spiega il perché i test antigenici immunocromatografici vadano sempre peggio e siano poco affidabili”.
Le precedenti dichiarazioni di Broccolo
A fine ottobre 2020, il virologo aveva infatti affermato che la carica virale del Covid fosse spaventosamente alta, anche negli asintomatici e soprattutto nei soggetti tra i 30 e i 60 anni. “Una carica virale molto alta è indice di una nuova infezione attiva. Essa indica cioè che l’infezione è recente e primaria, ossia che non persiste da mesi“, aveva dichiarato, “Comunque, tamponi antigenici rapidi non possono dare una garanzia di negatività. È un test circa mille volte meno sensibile del test molecolare e questo ha sollevato nel mondo scientifico la discussione se sia etico o meno utilizzarlo, ma si è scelto di farlo alla luce della ‘disperata necessità’ di identificare i casi positivi”.