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Covid Sardegna, emigrati sardi passeranno "Natale lontano dalla famiglia"

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Migliaia di sardi saranno frenati dalle restrizioni del governo ma anche dal timore per la salute.

Migliaia di emigrati sardi non potranno tornare in Sardegna per Natale a causa delle restrizioni anti Covid. Frenati dalle restrizioni del governo ma anche dal timore per la salute. “Sento gli amici sparsi per l’Italia, sono tutti molto combattuti”, ha affermato Mattia Lilliu, responsabile della Fasi (Federazione dei circoli degli emigrati) giovani. “Da un lato c’è il desiderio di tornare, dall’altro frena il timore per la salute dei nostri cari e la selva di regole che richiede un’organizzazione non da poco”.

E ancora: “Non sarà un Natale come gli altri, io ho deciso di fare un sacrificio e non tornare in Sardegna. Vivo a Firenze, la Toscana per ora è zona arancione. La mia famiglia è a Las Plassas, sarà dura ma quest’anno per la prima volta da quanto ho lasciato l’Isola non trascorrerò le feste con loro”.

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In Sardegna inoltre ci sono molti sindaci che hanno addirittura firmato ordinanze molto severe. Alcune di queste obbligheranno tutti quelli che rientrano fino al 15 gennaio a segnalare l’arrivo in paese, isolarsi per sei giorni e poi sottoporsi a test antigenico.

L’Unione Sarda ha pubblicato quindi la lettera di Walter Tocco, guspinese che vive e lavora in Lussemburgo: “Sono padre di una bimba di 10 anni che risiede in Sardegna. Mi chiedo se la Regione abbia sollevato la questione emigrati con il governo, spiace vedere equiparata la situazione del lavoratore emigrato a quella di chi vuole andare a sciare“.

Serafina Mascia, presidente della Fasi e residente a Padova, infine osserva: “Soffriamo tutti moltissimo, ognuno di noi ha parenti o amici colpiti dal virus e nei nostri circoli abbiamo pianto anche diversi morti. Prudenza e regole sono giustissime, ma sono necessarie anche delle deroghe agli spostamenti. Non per andare in vacanza, ma per raggiungere i nostri casi”.