Le famiglie delle vittime del Covid hanno chiesto un risarcimento in sede civile. Più di 500 di loro depositeranno in tribunale a Roma una citazione contro la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Lombardia solo per i suoi residenti. Quasi tutti avevano già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo, supportati dal Comitato Noi denunceremo.
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Il risarcimento alle famiglie
Ci sono famiglie di Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Cremona, Lodi, ma anche Roma, Palermo, Torino, Matera e Ravenna. Hanno deciso di passare al civile, chiedendo in totale 100 milioni di euro, divisi in calcoli precisi per ciascuna famiglia, basandosi sul principio che qualsiasi danno ingiusto, doloso o colposo, deve essere risarcito. La colpa delle istituzioni, secondo i parenti che hanno scelto le vie legali, è nell’interpretazione iniziale, nel ritardo con cui è stato dichiarato stato di emergenza, e nelle successive fasi in cui non è stato ascoltato il Comitato tecnico scientifico. I documenti che verranno presentati sono tantissimi: i verbali del Cts, il piano pandemico del 2006 e quello del 2016, lo studio del generale in pensione Pierpaolo Lunelli sui piani pandemici, il report dei ricercatori dell’Oms a Venezia, che è scomparso magicamente dal sito dell’Organizzazione e che parlava di una gestione dell’epidemia “improvvisata e caotica“.
Il bollettino ha registrato un miglioramento dei nuovi contagi, anche se il numero di morti è ancora alto. I nuovi positivi sono 13.318, su 78.316 tamponi. La curva epidemica sta rallentando e il tasso di positività è sceso dal 12% all’8%. Questo significa che su 100 tamponi solo 8 sono positivi. Il numero delle vittime, però, continua a salire. Ieri, martedì 22 dicembre, i morti sono stati 628, per un totale di 69.842 deceduti dall’inizio della pandemia. Nei reparti ospedalieri continuano a diminuire i posti occupati dai pazienti Covid, con 196 in meno nei reparti ordinari e 44 in meno nelle terapie intensive. 100.000 casi sono avvenuti sul lavoro, con 366 morti. Secondo quanto riportato dall’Inail, sono arrivate 104.328 denunce di infortunio sul lavoro a seguito del Covid-19. Il dato più alto è stato a marzo, seguito da novembre e ottobre. Quasi 7 contagiati su 10 sul lavoro sono donne, mentre l’età media è di 46 anni.