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Di Perri: “Seconda ondata Covid mai finita, solo a giugno torneremo a respirare”

Di perri

L’infettivologo Giovanni Di Perri chiarisce le cause del nuovo aumento dei casi di Covid-19 in Italia.

In Italia i dati relativi all’emergenza Coronavirus non sono ancora buoni. Le riunioni di famiglia, seppure ridotte, nel corso delle festività e la corsa agli acquisti hanno provocato un nuovo aumento nei casi di positività. Giovanni Di Perri, direttore dell’ospedale Amedeo di Savoia, ha le idee chiare in merito a quanto si sta verificando.

Di Perri sull’emergenza Covid

Giovanni Di Perri è convinto che parlare di una terza ondata di Coronavirus sia errato. L’infettivologo ha spiegato i motivi in un’intervista a La Repubblica: “La curva ha smesso di scendere. Ci sono oscillazioni, un po’ su e un po’ giù a seconda di quanti tamponi si fanno. Molti sono test antigenici che hanno una percentuale di positività più bassa perché si utilizzano in genere in situazioni diverse, più come screening che in presenza di sintomi. Tutti parlano di una terza ondata che potrebbe arrivare ma io non mi stanco di ripetere che in realtà è la seconda che non è mai finita. La situazione non è paragonabile alla tregua estiva quando i casi si erano ridotti a poche unità. Questa volta si è scesi un po’ quando si è chiuso e ora che siamo in “giallo” e si riaprono i ristoranti e le scuole, ci si sposta in metropolitana o in bus, torneranno a salire. Mettiamoci l’anima in pace“.

È inevitabile, dunque, pensare ad altre misure: “Avevo suggerito che al ristorante si andasse dopo aver fatto un tampone rapido, ma non sono stato ascoltato. I trasporti restano un pericolo. Mi rendo conto che per molti sia inevitabile salire sui mezzi pubblici ma almeno spenderei 0,80 centesimi per una mascherina ffp2 e non una chirurgica. Sui mezzi sarebbe una sicurezza in più e bisognerebbe ricordarlo“.

Il vaccino

Per vedere gli effetti della campagna di vaccinazione, secondo Giovanni Di Perri, sarà necessario ancora attendere diversi mesi: “La vera differenza a mio parere si comincerà a vedere quando saranno vaccinati gli over 60 che sono la fascia d’età più a rischio, quella che ha più possibilità di finire in ospedale e quindi anche pesare sul sistema sanitario occupando letti in terapia intensiva e nei reparti. D’altronde gli over 65 in Piemonte sono il 26 per cento. Le scuole sono importanti ma penso che soltanto quando avremo protetto gli over 60 saremo più tranquilli“.

E sulle tempistiche aggiunge: “Penso che si comincerà a respirare davvero a giugno, quando il caldo porterà le persone più all’aperto e la vaccinazione comincerà a interessare un numero più alto di persone“.