> > Covid, le zone rosse e arancioni rafforzate in Italia

Covid, le zone rosse e arancioni rafforzate in Italia

Restrizioni

Le zone rosse e arancioni rafforzate in Italia stanno aumentando, con restrizioni più severe, per contrastare la diffusione del Covid.

Le zone rosse e arancioni rafforzate in Italia stanno aumentando. I provvedimenti diventano sempre più restrittivi, per evitare la diffusione delle nuove varianti Covid, soprattutto quella inglese che, come comunicato dall’Istituto superiore di Sanità e dal Cts, rappresenta il 30% dei contagi.

Zone rosse e arancioni in Italia

Entro marzo, secondo l’Iss e il Cts, la variante inglese potrebbe diventare quella predominante. Molte zone in Italia sono state dichiarate rosse e arancioni, con misure rafforzate. In Lombardia è toccato a Brescia e ad altri comuni limitrofi, così come in Emilia Romagna, dove 14 comuni sono passati in zona arancione scuro. Molte regioni stanno affrontando dei piccoli lockdown locali per limitare i contagi. La situazione più delicata è in Lombardia, per ammissione del consulente della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, che ha dichiarato che questa è la terza ondata di Covid. Oltre ai comuni di Bollate, Castrezzato, Mede e Viggiù, già finiti in zona rossa, è stata istituita la zona arancione nella provincia di Brescia e nelle zone limitrofe. Un provvedimento che sarà in vigore almeno fino al 2 marzo. Oltre alle misure normali, è stata aggiunta la chiusura delle scuole e il divieto di spostarsi nelle seconde case. Anche in Emilia Romagna la situazione è allarmante, tanto che 14 comuni sono finiti in zona arancione scuro. Il provvedimento sarà valido dal 25 febbraio all’11 marzo e prevede il divieto di spostamento sia nello stesso comune che verso altri comuni e la chiusura delle scuole. I comuni interessati sono Imola, Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fonanelice, Borgo Tossignano, Castel Del Rio, Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Ruolo Terme.

In Sicilia sono arrivate nuove ordinanze, con la zona rossa per i comuni di San Cipirello e San Giuseppe Jato a Palermo. Le misure restrittive saranno in vigore fino all’11 marzo e prevedono il divieto di accesso e allontanamento dal territorio comunale e la chiusura delle scuole. La variante inglese sta preoccupando anche il Lazio, con zona rossa a Torrice, in provincia di Frosinone, a Colleferro e Carpineto, in provincia di Roma e a Roccagorga, in provincia di Latina. La Toscana è zona arancione, ma è stata disposta la prima zona rossa a Cecina. A Siena è scattata la chiusura delle scuole. Per quanto riguarda l’Alto Adige, rimangono le misure restrittive a Bolzano, dove le zone rosse dureranno fino al 28 febbraio. In alcuni territori, come Merano, Rifiano, San Pancrazio, Moso in Passiria, Malles Venosta, Lana e tutti i Comuni della val Passiria ossia San Martino in Passiria, Caines e San Leonardo in Passiria, ci sono misure ancora più stringenti e fino al 7 marzo per entrare e uscire dal territorio comunale servirà un tampone negativo. La Regione con più zone rosse è il Molise, dove un Comune su quattro ha restrizioni maggiori rispetto a quelle regionali. In Umbria è zona rossa tutta la provincia di Perugia e il comune di San Venanzo, in provincia di Terni. In Abruzzo la provincia di Pescara e quella di Chieti hanno restrizioni maggiori fino a fine mese. In Liguria restrizioni maggiori nella zona di confine con la Francia, nei comuni di Ventimiglia e Sanremo. Nelle Marche divieto di spostamento dal territorio della provincia di Ancona e zona arancione in 20 comuni. In Piemonte dal 20 febbraio è zona rossa per il comune di Re, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.