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Brescia rischia la zona rossa: ricoveri raddoppiati da gennaio

Brescia rischio zona rossa

I numeri di contagi e ricoveri della provincia di Brescia sono da zona rossa: aumenta il rischio di un nuovo lockdown.

Continuano ad aumentare i contagi e i ricoveri in provincia di Brescia, una di quelle più colpite della Lombardia insieme a Milano: la zona arancione rafforzata in vigore da ormai dieci giorni non ha ancora prodotto gli effetti sperati tanto che si teme il rischio dell’istituzione di quella rossa.

Brescia a rischio zona rossa

Il ritmo della curva si è infatti fatto incalzante con una media di oltre un migliaio di contagi al giorno, da 48 ore stabile oltre i 1.200 con una triplicazione in meno di un mese. L’incremento dei casi positivi riscontrati, causato anche dalla diffusione della variante inglese, ha comportato un contestuale aumento della pressione sulle strutture sanitarie.

Stando ai dati aggiornati a domenica 7 marzo 2021 ci sono tra le 1.100 e le 1.200 persone ricoverate negli ospedali bresciani, un quinto di tutta la Lombardia. Tra questi un centinaio si trovano nei reparti di terapia intensiva, ormai quasi saturi tanto che i medici hanno disposto il trasferimento di alcuni pazienti in altri ospedali. Rispetto a gennaio, quando i ricoveri ammontavano a quota 600, le strutture accolgono dunque circa il doppio dei soggetti.

Si tratta di numeri che rendono Brescia la seconda provincia italiana per incidenza di casi ogni 100 mila abitanti. Con quota 580, si situa dietro solo a Bologna che ne conta 589. Numeri che farebbero scattare la zona rossa, da istituire quando la soglia supera quota 250. Per il momento si è preferito uniformare le regole sul territorio lombardo disponendo la fascia arancione scuro per tutte le province. “Abbiamo cercato di mitigare la corsa del virus e favorito una vaccinazione reattiva che privilegia le zone più critiche. Gli interventi rapidi nei territori più a rischio ci hanno permesso di non entrare in zona rossa“, ha affermato la vicepresidente Letizia Moratti. Ma non è escluso che, se la situazione dovesse peggiorare, si opti per il lockdown.