> > Denti di drago: lo sbarramento contro i carri armati

Denti di drago: lo sbarramento contro i carri armati

Denti di drago: lo sbarramento contro i carri armati

I denti di drago erano un ostacolo difensivo militare in ferro e calcestruzzo, così appuntiti da arrestare l'avanzata di carri armati. Ecco dove trovarli.

Denti di Drago. Il nome stesso incute timore. Si tratta di un particolare tipo di sbarramento anticarro realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale in molte aree d’Europa. essi andavano a sostituire i tradizionali fossati anticarro. La sua funzione era quella di bloccare l’avanzata dei mezzi, corazzati e non, in vari punti strategici del territorio. Gli ostacoli erano costruiti in maniera diversa a seconda della zona in cui si trovavano. Erano composti da una punta conica di ferro, appoggiata a un palo conficcato nel terreno. Il tutto, infine, veniva ricoperto con un cono di calcestruzzo.

I denti di drago non vennero edificati solamente in Italia, ma andarono a costituire buona parte delle due linee di fortificazioni determinanti per gli equilibri bellici europei: la Linea Sigfrido e la Linea Maginot. In questo caso, gli sbarramenti difensivi, chiamati in tedesco Hitlerzähne, erano semplici ostacoli in calcestruzzo senza elementi in ferro. Oltre che in Germania e in Francia, alcuni di essi li possiamo ancora trovare in Inghilterra, all’interno del programma inglese ideato per prevenire un’eventuale invasione tedesca via terra; e in Svizzera, lungo la “Linea Toblerone”. Altri impieghi dei denti di drago, infine, sono ancora visibili in Estonia, Russia e Corea. Inoltre, in alcuni casi, queste linee difensive comprendevano anche una serie di mine seppellite negli spazi fra i denti.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo sbarramento principale, teatro dei più importanti combattimenti, fu quello della Linea Sigfrido. Qui, nell’agosto del 1944, gli statunitensi alleati riuscirono a oltrepassare gli ostacoli difensivi e a fare il loro ingresso in Germania. Gli ostacoli della Linea Maginot, invece, si rivelarono del tutto inutili. La barriera, infatti, venne aggirata dalle truppe tedesche. Sul fronte delle Alpi, invece, l’esercito italiano non riuscì ad attaccare efficacemente le postazioni francesi. Solo la firma dell’Armistizio di Villa Incisa permise ai soldati del fascio di superare le postazioni difensive.

Lo sbarramento Pian dei Morti

Ad oggi, la barriera più spettacolare e meglio conservata è certamente quella sulle Alpi italiane, presso lo Sbarramento Pian dei Morti, localizzata in Val Venosta, nei dintorni del Passo Resia. Denti di drago che si sarebbero potuti rivelare decisamente efficaci anche in condizioni di maltempo, proprio grazie alle sue micidiali punte in ferro. Lo sbarramento, però, non fu mai oggetto di sanguinose battaglie (a differenza, invece, della linea Sigfrido). E durante l’invasione tedesca del 1943, solo una postazione italiana rispose al fuoco dei Nazisti, finendo, molto presto, per cedere la posizione stessa.

Il toponimo “Pian dei Morti” dal toponimo originale tedesco Plamort. Si trattava, nello specifico, di una soluzione che consentiva il drenaggio delle acque e dei detriti ma che, allo stesso tempo, costituiva un ostacolo insormontabile per il passaggio dei carri armati. Il fossato, inoltre, era controllato da due piccole postazioni poco sopra. Lo sbarramento è collocato a circa 2000 metri di altitudine. La zona, però, si trovava molto spesso sepolta da un alto strato di neve. Nonostante ciò, i denti di drago riuscirono a svolgere perfettamente la loro funzione, perchè causavano comunque l’inevitabile arenamento dei carri. Ad oggi, gli ostacoli sono ancora visibili. Ma con gli anni, però, alcuni dei rivestimenti in ferro sono stati distrutti a causa dei fulmini che li hanno colpiti.