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Di Maio: primo governo senza indagati dal 1994. E' vero?

Luigi Di Maio migranti

Luigi Di Maio afferma che quello Lega-M5S è il primo governo senza indagati dal 1994. In realtà non è proprio così.

Il neo vicepremier Luigi Di Maio torna subito in campagna elettorale. In un comizio a Ragusa il ministro del Lavoro e dello Sviluppo sostiene che quello Conte è il “primo governo senza un ministro indagato o condannato dal 1994”. In realtà non è proprio così.

E’ davvero un governo senza indagati?

Appena nominato vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio torna in campagna elettorale. Domenica 3 giugno si reca infatti a Ragusa, per sostenere il candidato del MoVimento 5 Stelle alle amministrative del 10 luglio. Sul palco quindi afferma: “E’ dal 1994 che non accadeva che un governo si insediasse senza un ministro indagato o condannato. – aggiungendo – Con noi è stato possibile. Non è stato facile ma alla fine siamo riusciti a far partire questo esecutivo”.

Ma è proprio vero che il governo a guida Lega-M5S è il primo senza indagati da così tanto tempo? In realtà, non sembra essere proprio così. In queste ore c’è chi ha fact checking per verificare le dichiarazioni del leader 5 Stelle. Si scopre quindi che ciò che ha detto Di Maio non corrisponde esattamente alla realtà dei fatti. Anche i passati quattro governi infatti sono nati senza ministri indagati o condannati.

Nessun indagato infatti nel governo guidato da Mario Monti, ma anche in quelli Letta, Renzi e Gentiloni. Nel corso della legislatura, questo sì, alcuni ministri sono finiti poi sotto inchiesta. Di Maio però forse intendeva dire che tutti i componenti della squadra di governo non sono indagati. Diversi sottosegretari degli ultimi governi, infatti, sono stati nominati seppur sotto inchiesta.

I sottosegretari indagati

Il governo Renzi scelse infatti, nonostante ci fossero nei loro confronti indagini in corso, Francesca Barracciu alla Cultura, Umberto Del Basso De Caro alle Infrastrutture e Vito De Filippo alla Salute. Tutti e tre erano indagati per via dei rimborsi rispettivamente quando si trovavano nei consigli regionali di Sardegna, Campania e Basilicata. Scelto anche Bubbico come sottosegretario al Viminale, anche se accusato di abuso di ufficio.

Anche Paolo Gentiloni nominò o confermò tre sottosegretari indagati, ovvero Giuseppe Castiglione per le Politiche agricole, Simona Vicari alle Infrastrutture e, ancora una volta, Vito De Filippo riconfermato alla Salute.

Anche Di Maio sarebbe indagato

A ben vedere poi, ad essere indagato è proprio Luigi Di Maio. Il ministro del Lavoro nonché vicepremier dovrebbe essere infatti ancora indagato per diffamazione, su querela dell’ex pentastellata Marika Cassimatis. Sicuramente lo era quando ha accettato la candidatura a premier del MoVimento 5 Stelle. Come sottolineato anche a Ragusa, i 5 Stelle hanno sempre battuto sul fatto che i loro rappresentati fossero “puliti” dal punto di vista giudiziario.

Da quando però hanno cominciato a ricoprire ruoli di spicco, hanno capito che in politica le querele fioccano come se niente fosse. Ecco perché quando si è presentato come candidato premier del M5S, Di maio ha puntualizzato: “Io resto della mia idea. Chi è indagato per reati gravi non è candidabile. Se poi si è indagati come atto dovuto per una denuncia del PD o ti becchi una querela come è accaduto a me per aver detto ‘i cittadini apprezzano sempre quando una forza politica allontana chi si approfitta della stessa’, è evidente a chiunque sia un minimo onesto intellettualmente che la cosa cambia. Altrimenti qui cominciamo il gioco che dal PD e da altri partiti ci querelano per nulla per farci fuori”.