Il brutto d’esser belli. Nel 2015 il rapper J-Ax diceva il contrario, ma nella storia di molestie che Diletta Leotta racconta in un’intervista rilasciata al settimanale Grazia sembra che la bellezza possa diventare talvolta un aggravante (perché – attenzione – certe azioni sono non sono mai mosse da chi subisce, ma sempre e solo dalla mente di chi agisce).
Il racconto della molestia
A breve mamma di una bambina nata dal legame con il compagno Loris Karius, ecco un’ombra che a distanza di anni continua a pesare sul passato della conduttrice televisiva:
«All’inizio sul lavoro provavo imbarazzo a sentirmi tutti gli occhi addosso, gli sguardi fastidiosi e viscidi oppure i cori volgari allo stadio che però per fortuna sono cessati. […] Ho avuto una sola brutta esperienza, quando ero adolescente. Ricordo che, in seconda o terza liceo, una professoressa mi fece una nota sul registro perché distraevo la classe: avevo i leggings e la felpa, cosa che tra l’altro era obbligatoria perché quel giorno avevamo educazione fisica. E proprio il professore di ginnastica, quello che ci faceva mettere i leggings, un giorno mi diede uno schiaffetto sul sedere, dicendomi qualcosa tipo: ‘Mi fai inzuppare il biscotto?’. Non sapevo che cosa volesse dire, non l’avevo capito. Quando sono tornata a casa però l’ho riferito a mio padre, che è avvocato. Quel professore è stato subito sospeso e mandato via dall’istituto».