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Dl Caivano, le ipotesi in bozza: “Fino a due anni di carcere se il figlio non va a scuola”

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La bozza del dl Caivano, tra le varie misure, prevede fino a due anni di carcere per i genitori che hanno un figlio che non va a scuola.

Secondo quanto previsto nella bozza del cosiddetto dl Caivano, i genitori di figli che non vanno a scuola possono essere condannati a scontare fino a due anni di carcere. Tutti i dettagli sulle ipotesi presenti nel documento discusso prima del Consiglio dei ministri dal Governo.

Dl Caivano, le ipotesi in bozza: “Fino a due anni di carcere se il figlio non va a scuola”

Il Governo impone una stretta al rispetto dell’obbligo scolastico: se uno studente in età di obbligo scolastico non frequenta la scuola, i genitori rischiano fino a due anni di carcere e anche di perdere il diritto all’assegno di inclusione in caso di inadempienza. È una delle misure presenti della bozza del decreto che contiene provvedimenti finalizzati al contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. La bozza è stata discussa nel pomeriggio di mercoledì 6 settembre prima del Cdm.

“Chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giusto motivo, di impartirgli o di fargli impartire l’istruzione obbligatoria è punito con la reclusione fino a due anni”, si legge nel documento. La bozza sottolinea anche che “non ha diritto all’Assegno di inclusione il nucleo familiare per i cui componenti minorenni non sia documentata la regolare frequenza della scuola dell’obbligo”.

I fondi

Il dl prevede anche l’incremento dei fondi per le scuole del Sud, con uno stanziamento totale pari a 32 milioni di euro nel biennio 2023-2025. “Al fine di potenziare l’organico dei docenti per l’accompagnamento dei progetti pilota del piano ‘Agenda Sud’ è autorizzata per gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025 la spesa di 6.400.000 euro per l’anno 2023, 16.000.000 euro per l’anno 2024 e 9.600.000 euro per l’anno 2025”, continua la bozza. “Sal 1° gennaio 2024, al fine di ridurre i divari territoriali, contrastare la dispersione scolastica e l’abbandono precoce, nonché prevenire processi di emarginazione sociale, è istituito un Fondo”, si legge ancora.

Infine, nel documento viene precisato che “è autorizzato un ulteriore piano per asili nido per l’incremento dei posti per la prima infanzia nella fascia di età 0-2 anni. I relativi interventi sono individuati con uno o più decreti del Ministro dell’istruzione e del merito, anche tenendo conto dei dati di copertura del servizio e della popolazione esistente nella fascia di età 0-2 anni”. a questo proposito, per quanto riguarda l’aumento dei posti, sarà possibile sfruttare le risorse del Pnrr.