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La Domenica delle Palme e il suo significato

La Domenica delle Palme e il suo significato

Origine, simbologia, liturgia e tradizioni legate alla domenica che ricorda l'ingresso di Gesù in dorso ad un asino nella città di Gerusalemme

La Domenica delle Palme e il suo significato, una festività che da sempre, nella domenica che precede la Pasqua, è molto sentita. Nella liturgia cattolica rappresenta l’inizio della Settimana Santa. Vale a dire il periodo vengono rievocati gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo. Si tratta di un momento emotivamente fortissimo, perché con esso si celebrano Passione, Morte e Resurrezione di Gesù. E nella religione cattolica la Domenica delle Palmeè simboleggiata da un ramoscello di ulivo. Perché? Lo spunto viene preso da una scena del Vangelo. Si tratta di quella dell’ingresso di Gesù trionfante a Gerusalemme. L’episodio è menzionato, sia pur con molte differenze, da tutti gli evangelisti.

La Domenica delle Palme: cosa celebra

La Chiesa oggi celebra l’ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme in sella a un asino. Il Messia è osannato dalla folla che lo saluta agitando rami di palma. E c’è già una prima simbologia: la scelta dell’asino e non del cavallo come animale da soma indica la natura pacifica del messaggio di Gesù. Il cavallo infatti è animale da guerra, anche se “l’arruolamento” dell’asino appartiene all’iconografia cristiana tarda. Anche l’asino, aggiogato ai cocchi da guerra, era stato infatti animale “guerriero”. Ma serviva anche un richiamo alla tradizione del presepe, ed ecco perché l’asino diventa simbolo per eccellenza. L’ingresso di Gesù a Gerusalemme ha una precisa origine ebraica.

La festa ebraica di Sukkot

Vale a dire quella della celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, con i pellegrini che in massa salivano al tempio in processione. E ciascuno portava in mano e sventolava il lulav. Cos’era? Un mazzolino composto dai rami di tre alberi: palma, simbolo della fede, mirto, simbolo della preghiera che s’innalza verso il cielo e salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli silenti di fronte a Dio. Il racconto su cui fonda la Domenica delle Palme si trova in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti. Matteo e Marco dicono che la gente sventolava rami di alberi. Luca non fa menzione alcuna e il solo Giovanni parla di palme. In punto di liturgia e dopo la messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati come simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Magari facendo attenzione, per quest’anno, ad evitare che diventino involontari strumenti di contagio.

La liturgia e la tradizione

Si inizia da un luogo adatto al di fuori della chiesa, dove i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli. In molte regioni e in tempi migliori il capofamiglia utilizzava un rametto d’ulivo intinto nell’acqua benedetta per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua. La Domenica delle Palme accomuna cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti.