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Quota 100, al via nella Pubblica Amministrazione: 10mila domande

quota 100

Più di 10mila le domande di pensionamento della Pubblica Amministrazione con il sistema quota 100.

È ufficialmente iniziata l’operazione economica di quota 100 per tutti i dipendenti pubblici italiani. Il primo dato ufficiale parla di più di 10mila domande presentate dagli statali per andare in pensione attraverso il sistema 62+38. Questi numeri sono molto importanti nel panorama economico nazionale. Infatti, poco più della metà (circa il 55%) delle domande di pensionamento è stata presentata da persone appartenenti ad enti locali, come Comuni, Province e Regioni.

Un gran numero di domande comprende anche il mondo della sanità: sono più di duemila le domande presentate da paramedici, funzionari amministrativi e tecnici. Chiudono il cerchio, invece, il personale scolastico (240 domande), ministeri ed agenzie fiscali (1600). Per quanto riguarda il mondo dell’istruzione, però, i numeri aumenteranno drasticamente con l’inizio dell’anno scolastico.

L’analisi dei numeri

“I numeri ci dicono che a quelle previste dalla legge Fornero si sommano con quota 100 uscite tra i comparti della Pa dove il lavoro è più faticoso ma che paradossalmente sono proprio quelli che erogano servizi direttamente ai cittadini”, ha sottolineato Fp Cgil. “Ci vuole la proroga delle graduatorie degli idonei, la stabilizzazione dei precari e nuove assunzioni”, ha concluso.

Uil Fpl, invece, sottolinea un altro importante aspetto: “Pa è già sotto organico di 253 mila persone e ci sono altri 400 mila dipendenti pronti ad andare in pensione, un’ emorragia accelerata, come già verificato solo nel mese corrente. Serve, con urgenza – spiega il sindacato – un piano straordinario di assunzioni perché lo sblocco del turn-over non è sufficiente: ospedali e uffici pubblici sono già in ginocchio”.

Dal punto di vista generale, per quota 100 i numeri di fine luglio parlano di 164.907 domande pervenute all’Inps, di cui oltre 60mila arrivate dai lavoratori dipendenti. In stragrande maggioranza gli uomini (121.888 contro 43.019 donne), mentre anagraficamente prevalgono i lavoratori tra i 63 e i 65 anni di età.