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Bonus baby sitter: un contributo chiesto per i nonni

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L'Inps in un comunicato rivela come oltre il 60% delle domande arrivate per il bonus baby sitter sia stato richiesto dai nonni.

Secondo i dati pubblicati dall’Inps, il 60% dei richiedenti del bonus baby sitter avrebbe richiesto il contributo per i nonni, il quale aiuto ai nipoti si è reso indispensabile durante la pandemia. Durante i mesi estivi l’ente ha ricevuto milioni di domande per la partecipazione ai centri, consentendo ai genitori di poter lavorare liberamente.

Bonus baby sitter (o bonus dei nonni)

L’Inps ha rivelato i dati relativi al bonus baby sitter, che potremmo benissimo definire come il bonus dei nonni. Durante i mesi della pandemia, infatti, su 556.348 pagamenti tramite libretto di famiglia con il bonus, ben 339.251 erano over 60. Tradotto: più del 60% dei richiedenti era un nonno.

“C’è un’evidenza sorprendente. I baby-sitter sono in maggioranza anziani. Infatti il 61% ha almeno 60 anni, il che significa che presumibilmente si tratta di nonni“. Così riporta in una nota l’Istituto.

In totale si registrano 1.304.03 domande, dal valore di circa 1 miliardo di importo richiesto per poter assistere i nipoti durante i mesi complicati della pandemia. Una parte delle domande è stata rispedita al mittente perché priva dei requisiti necessari.

Boom per centri estivi

Il vero boom di richieste però è scoppiati nei mesi estivi. L’Inps infatti ha ricevuto milioni di domande per il bonus baby sitter tra maggio e agosto 2020, accogliendone un milione (pari a circa 815 milioni per gli importi). Di conseguenza, anche i centri estivi hanno ricevuto molte domande per la partecipazione dei figli.

L’Inps segnala inoltre di aver accolto 310.142 richieste di congedo parentale soprattutto da donne (243.358). Gli uomini che hanno chiesto di astenersi dal lavoro per badare ai figli sono stati 66.784.