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Recovery Fund, terzo giorno di trattative: stallo su bozza di bilancio

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Si aprirà alle 12 il terzo round di trattative sul Recovery Fund, ma secondo la Germania non è certo si riesca a giungere a un accordo in giornata.

Intorno alle ore 12 di domenica si aprirà la terza giornata di trattative al Consiglio Europeo in merito all’accordo sul bilancio settennale dell’organizzazione, che comprende anche il delicato dibattito interno sul Recovery Fund per la ripresa economica nel post emergenza coronavirus. Durante le prime due giornate si è infatti consumato un duro scontro tra gli Stati del blocco mediterraneo, capeggiati dall’Italia, e i cosiddetti paesi “frugali” per quanto concerne l’approvazione dei singoli piani di ripresa nazionali, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha definito la proposta olandese sul freno di emergenza: “Incompatibile con i trattati e impraticabile sul piano politico”.

Recovery Fund, terzo giorno di trattative

Nonostante i passi avanti compiuti nella giornata di sabato tuttavia, secondo la Germania appare ancora improbabile che si riesca a giungere a un accordo tra i vari paesi alla fine delle trattative di domenica. Stando a una nota della delegazione tedesca infatti: “Le deliberazioni sono a uno stadio importante. Non è ancora possibile dire che ci potrà essere un accordo oggi. Ma vale la pena continuare il lavoro perché vi è una ampia volontà da parte dei paesi membri di trovare un’intesa”. Proprio la Germania, nella persona della cancelliera Angela Merkel, sta assumendo il ruolo di mediatore tra i vari Stati nel corso del vertice di Bruxelles.

Nel corso della giornata di sabato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel aveva presentato una nuova bozza di bilancio, che pur confermando il tetto massimo del Recovery Fund a 750 miliardi di euro ne modificava la composizione interna, abbassando da 500 a 450 miliardi i sussidi previsti e alzando di conseguenza da 250 a 300 miliardi i prestiti. Una modifica effettuata per venire incontro a quei paesi che preferiscono avere delle linee di credito piuttosto che delle semplici sovvenzioni.

Presa di posizione del blocco “frugale”

Malgrado le modifiche proposte dal presidente Michel, il blocco dei paesi frugali composto da Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia chiedono che i sussidi all’interno del Fondo vengano ulteriormente ridotti a 410 miliardi di euro. Proposta che però vede il parere contrario sia di Francia e Germania, le quali non intendono ridurre la quantità di sussidi previsti al di sotto dei 400 miliardi, che soprattutto dell’Italia, principale esponente del blocco mediterraneo. Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che già venerdì aveva espresso la sua contrarietà alla proposta olandese di veto di un singolo Stato membro sui fondi nazionali degli altri paesi, l’Europa sarebbe infatti al momento “Sotto ricatto dei paesi frugali”.