> > Arrestato Bija in Libia: gestiva un enorme traffico di migranti

Arrestato Bija in Libia: gestiva un enorme traffico di migranti

Bija libia

Traffico migranti Libia arrestato Bija

Bija il nome da trafficante, Abd al-Rahman al-Milad il nome di battesimo dell’uomo che hanno arrestato in Libia per traffico di esseri umani

Traffico migranti: arrestato Bija in Libia

Bija, uno dei più potenti organizzatori di traffico di migranti della Libia è stato fermato ed arrestato dalle milizie del governo di Tripoli. L’arresto è stato poi comunicato da media locali. L’uomo nonostante le accuse pendenti per crimini contro i diritti umani proseguiva il suo business indisturbato fino a quando le milizie del ministero del Governo dell’Interno lo hanno arrestato. Bija era ricercato da ottobre 2019 dalla procura di Tripoli. Un mega trafficante di migranti, uno tra i più potenti pur se ancora in età giovane. Abd al-Rahman al-Milad era già da tempo nella lista dei sanzionati dal Consiglio di sicurezza dell’Onu per i reati di traffico di migranti ed indagato dalla Corte penale internazionale dell’Aja. Secondo tutti, compresi gli esperti delle Nazioni Unite, Bija è il boss di un’organizzazione criminale della regione di Zawya,  che si trova a 50 km a ovest di Tripoli. 

Il Boss del traffico di esseri umani era già conosciuto in Italia

Bija era già conosciuto in Italia perchè membro di una delegazione libica che in veste di ospite partecipò, a maggio 2017 ad una riunione sull’immigrazione al Cara di Mineo, in Sicilia. Fatti che uscirono alla luce grazie ad un’inchiesta del quotidiano Avvenire. Si presume che l’uomo fosse arrivato in Italia provvisto di documenti fasulli dato che si celava nei panni di un giovane ufficiale della Guardia costiera libica, diplomato all’Accademia navale, e in servizio per il suo Paese. Un uomo che fingeva di tutelare i diritti umani che durante un’intevista ha dichiarato: “sono un eroe nazionale, e non sono mai stato un criminale. Non ho mai preso soldi per trafficare con le persone. Le relazioni contro di me del Consiglio di sicurezza e del Comitato per le sanzioni si basano su un articolo di una giornalista che si chiama Nancy”.