La scena è sempre la stessa, ma cambia la città. Anche Londra, dopo i casi di Parigi e prima ancora Milano, ha avuto la sua fuga di massa prima dell’inizio del lockdown. La scorsa notte, una grande quantità di automobilisti ha tentato di andare via dalle capitale per evitare di rimanere bloccati lontani dalla propria città natale. Da oggi, 5 novembre, in Inghilterra inizia una chiusura nazionale di quattro settimane contro il coronavirus voluta dal primo ministro Boris Johnson, che dunque alla fine ha accettato l’idea di proteggere i propri cittadini e rinunciare all’ipotesi, quanto mai bislacca, dell’immunità di gregge.
I’m sorry @hackneycouncil and @jonburkeUK but the impact on traffic from LTNs is not going to improve long term. This is 12-9 daily, and emergency vehicles DO get held up all the time. Less pollution, less cars, more walkers and bikers? I think not. What a thoughtless plan pic.twitter.com/anzYgnoaBc
— Parker Knox (@parkersknox) November 4, 2020
Coronavirus, fuga da Londra prima del lockdown
A chiudere saranno pub, ristoranti, palestre, le attività non essenziali e i luoghi di preghiera. Scuole e università sono invece aperte, ma il lavoro è nella maggior parte dei casi da remoto. Proprio lo smart working ha spinto molte persone a lasciare la capitale e tornare per queste quattro settimane nelle proprie città d’origine dove spesso si hanno più spazi e maggiore tranquillità.
Lo scorso marzo il fenomeno aveva riguardato anche molti lavoratori e studenti italiani che vivono in Inghilterra. Nello specifico erano stati circa cinquemila coloro che erano partiti da Londra per far ritorno nel paese nativo, malgrado in Italia si fosse orientati alla serrata generale. La paura in quel caso era rappresentata dalla sottovalutazione che l’Inghilterra faceva della pandemia.