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Aveva finto di avere il cancro per soldi, donna condannata a 5 mesi

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Una donna inglese di 29 anni è stata condannata a 5 mesi di prigione per aver finto di avere un cancro terminale e avere chiesto denaro per le cure.

Triste storia quella che arriva dal Regno Unito, dove una donna è stata condannata a 5 mesi di prigione e al pagamento di 2mila sterline per aver finto di avere un cancro terminale e avere chiesto ai suoi amici il denaro necessario per le cure e per il suo matrimonio. Era stata la stessa donna, la 29enne Toni Standen, ad ammettere successivamente di avere organizzato una messinscena al solo scopo di pagarsi le nozze e il successivo viaggio con i soldi di altri.

Aveva finto di avere il cancro, condannata

Stando a quanto riportato dagli organi di stampa britannici, la 29enne aveva fatto credere ai suoi amici di essere stata colpita da un cancro all’utero e di avere pochi mesi di vita. Una notizia che ha subito allarmato i suoi cari, i quali hanno aperto una raccolta fondi su GoFoundMe per poterle pagare il matrimonio e il viaggio di nozze. Nel frattempo infatti, al padre della donna era stato diagnosticato un vero cancro in fare terminale e secondo quanto da lei affermato il suo ultimo desiderio prima di morire era quello di vedere le nozze della figlia.

La commovente storia era anche finita sulla stampa nazionale, ma subito dopo la cerimonia la donna aveva svelato la verità ai suoi amici, confermando di aver finto tutto soltanto per raccogliere sufficiente denaro al fine di potersi pagare le nozze e una vacanza. A seguito della confessione, la 29enne è stata successivamente arrestata e condannata a 5 mesi di prigione nonché alla restituzione di 2mila sterline ottenute tramite la raccolta fondi.

Le parole del giudice

La sentenza di condanna è stata commentata dal giudice distrettuale Nicholas Sanders, che ha duramente rimproverato la donna per il suo comportamento: “Non solo non ti sei fermata, ma hai continuato a mentire quando avresti potuto smettere in qualunque momento. Hai peggiorato le cose, poi, con interviste ai giornali per suscitare simpatia nell’opinione pubblica. […] Qualunque membro della società civile sarebbe sconvolto da quello che hai fatto più che da qualunque altro crimine, ai quali siamo quasi abituati”.