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Reporter Senza Frontiere: "Nel 2020 sono stati uccisi 50 giornalisti"

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Un bilancio fornito dall’organizzazione Reporter Senza Frontiere ha reso noto che, nel 2020, sono stati uccisi 50 giornalisti a livello mondiale.

L’organizzazione non governativa e no-profit Reporter Senza Frontiere (RSF), in prima linea nella difesa della libertà di stampa e della libertà di informazione, ha reso noto un bilancio relativo al numero di giornalisti uccisi nel corso del 2020.

RSF: “Nel 2020 uccisi 50 giornalisti”

Le cifre fornite dall’organizzazione Reporter Senza Frontiere indicano che, nel 2020, sono stati uccisi 50 giornalisti: in media, però, solo 3 reporter su 10 hanno perso la vita in zone di guerra. In totale, dei 50 professionisti uccisi, 34 sono morti in Nazioni non gravate da conflitti violenti: una simile cifra corrisponde a circa il 68% dei decessi totali. La percentuale dei corrispondenti deceduti in aree compromesse dalla guerra, invece, è pari al 32% nel 2020 e risulta, quindi, in drastica diminuzione rispetto ai dati raccolti nel 2016, pari al 58%.

Il 32% di morti avvenute nel 2020, inoltre, si è verificato in Nazioni come lo Yemen e la Siria o in Paesi costantemente afflitti da scontri e combattimenti di medie e lieve intensità come Iraq e Afghanistan.

Il fenomeno delle esecuzioni

I Paesi che hanno registrato un maggior numero di uccisioni, secondo le informazioni diffuse da RSF, sono il Messico, con otto vittime; l’India e il Pakistan, con 4 vittime; le Filippine e l’Honduras, con 3 vittime.

Inoltre, sulla base delle indagini effettuate dall’associazione no-profit autrice del bilancio, è stato calcolato che almeno l’84% dei reporter è morto in seguito ad azioni volute e premeditate a fronte del 63% riscontrato nel 2019.

Nella maggior parte delle uccisioni comprese nel già citato 84%, i giornalisti sono stati assassinati in seguito a esecuzioni organizzate in piena regola. In questa casistica, rientrano le tragiche morti di due cronisti messicani: Victor Fernando Alvarez Chavez, direttore di un giornale locale, massacrato ad Acapulco e Julio Valdivia Rodriguez, del quotidiano El Mundo de Veracruz, il cui corpo è stato rivenuto nella zona orientale del Messico, dopo essere stato giustiziato tramite decapitazione.