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Il discorso di insediamento di Joe Biden a confronto con la comunicazione di Trump

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Joe Biden struttura il suo discorso di insediamento sulla voce: unione ed empatia caratterizzano le parole del Presidente degli Stati Uniti.

Un discorso incentrato sull’utilizzo della voce. Possiamo definire così il discorso di insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca nel giorno del passaggio del testimone.

L’analisi del discorso di Joe Biden

Joe Biden, infatti, ha utilizzato un tono di voce – e un volume di voce – più basso (o grave, in gergo) che ha permesso di sottolineare alcuni dei passaggi più significativi del suo discorso inaugurale.

Le parole del nuovo Presidente degli Stati Uniti ruotano attorno al concetto di unione. Inoltre è centrato sull’idea di riunificare le persone aldilà delle loro differenze di vedute. Come nell’ultimo dibattito pre-elettorale, il democratico si rivolge al popolo, dicendo che non si festeggia la vittoria di un candidato, ma della causa della democrazia. “We come together as one Nation” (Ci uniamo come un’unica nazione), dichiara Joe Biden

Il confronto con il discorso di Trump

Questa tematica dell’unità e dell’unificazione, però, risuonava anche nel discorso con cui Donald Trump si presentò alla Casa Bianca quattro anni fa. Ovviamente, con una variazione sul tema abbastanza consistente. “Today we’re tranfering power from Washington DC and giving it back to you, the people”. Con queste parole, Trump diceva che non si stava semplicemente trasferendo il potere da un’amministrazione all’altra, bensì da Washington DC restituendolo nelle mani del popolo americano. Anche qui, come nel discorso di Joe Biden, si può riscontrare una dimensione di unione e di unificazione. La sostanziale differenza è che, se quattro anni fa si parlava di unificare un popolo insoddisfatto, ora si vuole unificare un popolo diviso tra sé e sé.

Come anticipato pocanzi, un passaggio importante del discorso di Joe Biden è la scelta del tono di voce. Un esempio chiaro e dimostrativo lo si incontra al minuto ’14. Un passo del discorso di Biden che sprona il popolo a porre fine a questa guerra incivile tra “rosso” e “blu” che ha contraddistinto l’ultimo periodo. Per questo passaggio, che forse è il più importante del suo discorso, il democratico abbassa il tono e il volume della voce, prediligendo un tono grave.

E questo è un passaggio interessante che si presta ad un raffronto con il minuto ’14 del discorso tenuto da Donald Trump nel 2016. Il tycoon aveva infatti preferito utilizzare, non solo un linguaggio più sfidante, ma anche un tono di voce più acuto e un volume più alto.

Analogie musicali e voto finale

Per certi versi, il discorso di insediamento di Joe Biden, può ricordare – per struttura – quei rari esempi del panorama musicale in cui il cantante predilige un ritornello che “si abbassa” rispetto alle strofe della canzone. Parallelo che si pone in contrapposizione con i dogmi non solo musicali, ma anche del Public Speaking, in cui si tende a preferire un tono di voce più alto nella parte pregnante del discorso.

Questa decisione – decisamente atipica – di affrontare l’arringa, mi fa dare voto 8 al discorso di insediamento di Joe Biden. Un voto basato anche, e soprattutto, sull’audacia e sull’empatia dimostrata dal nuovo Presidente.

“As my mum said, just for a moment, stand in their shoes”, che corrisponde al nostro “mettiamoci nei panni degli altri”. Una scelta di parole molto profonda, pronunciata con un tono molto profondo. Un “ritornello” più grave che resterà memorabile nella storia del Public Speaking e nella storia dei discorsi d’insediamento dei Presidenti degli USA.