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Filippine, esplosione durante messa cattolica: almeno 11 morti e 45 feriti

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Undici persone sono morto e decine sono rimaste ferite nell'esplosione che si è verificata domenica nelle Filippine durante una messa

La messa si stava svolgendo all’interno di una palestra universitaria nella città meridionale di Marawi. Si sospetta il coinvolgimento di una cellula dello Stato Islamico nota come Gruppo Daulah Islamiyah-Maute. Il bilancio diramato dalle autorità locali è di almeno 11 morti e 45 feriti.

Filippine, esplosione durante la messa

L’esplosione, che si pensa sia stata causata da una granata o da una bomba artigianale, ha squarciato la palestra della Mindanao State University. Lo stesso ateneo, situato nella provincia di Lanao del Sur, è stato al centro di combattimenti nel 2017 che hanno causato lo sfollamento di oltre 100mila residenti, dopo che militanti armati dello Stato Islamico hanno assediato Marawi. Negli scontri, durati cinque mesi, sono state uccise almeno 1.200 persone tra militanti, forze governative e civili.

Il bilancio delle vittime

Alcune parti di Marawi, situata nella regione con la più alta popolazione musulmana delle Filippine, rimangono vietate ai civili poiché ci sono ancora ordigni inesplosi risalenti al conflitto. Il dottor Shalimar Sani-Rakiin, direttore del centro medico Amai Pakpak della città, sta monitorando il bilancio delle vittime, confermando che almeno sei persone gravemente ferite, si trovano in sala operatoria. Mamintal Alonto Adiong Jr, governatore della provincia di Lanao del Sur a Mindanao, ha condannato l’attentato, dichiarando in un comunicato: “Nella mia provincia sosteniamo i diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla religione“.

Avviate le indagini

È in corso un’indagine per determinare se l’affiliato locale dello Stato Islamico, il Gruppo Daulah Islamiyah-Maute, sia il responsabile dell’accaduto. Il generale Romeo Brawner Jr, Capo di stato maggiore delle forze armate, ha affermato che l’attacco potrebbe essere stato una risposta allo scontro di venerdì che ha determinato la morte di 11 militanti della cellula locale Daulah Islamiyah nella provincia di Maguindanao. Il Presidente Ferdinand Marcos Jr ha garantito che “gli autori di questo atto insensato” saranno assicurati alla giustizia e ha promesso che saranno dispiegate ulteriori truppe nella zona, con rapidi aiuti governativi alle vittime e alle loro famiglie.