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Forza Italia, Lara Comi condannata a 4 anni per corruzione e truffa

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Lara Comi, ex deputata del Parlamento europeo, è stata condannata a quattro anni e due mesi dal Tribunale di Milano

Lara Comi, ex deputata del Parlamento europeo per il partito di Forza Italia, è stata condannata a quattro anni e due mesi dal Tribunale di Milano, nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei Poveri”.

Forza Italia, Lara Comi a 4 anni per corruzione e truffa

Lara Comi è stata coinvolta nell’inchiesta, con le accuse di corruzione e truffa. La 40enne di Garbagnate Milanese, è una delle oltre 60 persone, tra politici e imprenditori, al centro di indagini per un presunto giro di tangenti. Secondo il mandato di arresto, la Comi avrebbe sfruttato il suo ruolo pubblico per ottenere il massimo guadagno in termini economici per sé stessa. Le accuse comprendono corruzione, false fatturazioni e frode ai danni del Parlamento europeo. L’ex deputata era già stata accusata dalle autorità italiane di finanziamento illecito e corruzione. Il caso Comi, inoltre, segna una tappa importante nelle indagini sulla corruzione politica all’interno del Parlamento europeo, che ha visto il suo apice con il Qatargate.

Corruzione, truffa e fatture false

Comi era finita agli arresti domiciliari, poi revocati, nel novembre 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell’Unione Europea, per 500mila euro destinati a corsi di formazione per i dipendenti dell’Afol, agenzia regionale per la formazione, l’orientamento e il lavoro. Per la deputata, l’ex direttore di Afol, Giuseppe Zingale, e l’ex compagna dell’eurodeputato, Maria Teresa Bergamasch, il pubblico ministero aveva chiesto una riduzione della pena, dai 5 anni e 6 mesi ai 4 anni e 2 mesi, per la declassificazione del reato di corruzione.

Il caso “Mensa dei poveri”

All’indagine fu dato il nome di “Mensa dei poveri” perché così alcuni degli imputati chiamavano un lussuoso ristorante sotto Palazzo Lombardia. La Guardia di Finanza aveva piazzato in quel locale alcune microspie che hanno registrato conversazioni su trattative, tangenti varie e appalti pilotati tra Milano e Gallarate. Le indagini hanno portato alla luce un sistema guidato da Nino Caianiello, coordinatore di Forza Italia a Varese, che distribuiva poltrone chiedendo la restituzione del 10% dello stipendio. Caianiello aveva poi patteggiato una condanna a 4 anni e 10 mesi, nell’ottobre 2021.