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Ancora una notte di disordini in Francia per la morte del 17enne Nahel, 45 mila agenti in strada

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Le proteste scoppiate dopo la morte del ragazzo di 17 anni ucciso dalla polizia continuano in Francia: decine di arresti e disordini nel Paese.

Quarta notte di proteste in Francia per la morte del 17enne Nahel, il ragazzo ucciso dalla polizia lo scorso martedì. Per la notte, sono stati mobilitati 45 mila agenti. A Parigi, Place de la Concorde è stata evacuata mentre era in corso una manifestazione non autorizzata. A Marsiglia, il centro cittadino è stato devastato mentre 63 persone sono state arrestate. Segnalati anche saccheggi a Grenoble e Lione.

Francia travolta dal caos delle proteste per la morte del ragazzo di 17 anni ucciso dalla polizia: manifestante cade da un tetto a Rouen

La Francia è sprofondata nel caos dopo l’uccisione di Nahel, il ragazzo di 17 anni deceduto per mano della polizia lo scorso martedì. I funerali del giovane verranno celebrati alle 13:50 di sabato 1° luglio in moschea, a Nanterre, secondo quanto riferito dal sindaco Patrick Jarry. Intanto, il Paese è in preda ai disordini e alle devastazioni.

I manifestanti inferociti per la morte dell’adolescente si stanno riversando in strada da ore distruggendo edifici, auto, scuole e negozi dopo gli incendi e gli assalti perpetrati da gruppi violenti. Sempre più frequenti, poi, anche i saccheggi nei centri commerciali e nei supermercati.

Nella notte tra il 29 e il 30 giugno, durante le proteste, un ragazzo di vent’anni è caduto dal tetto di un supermarket a Petit-Quevilly, a Rouen, ed è morto dopo aver compiuto un volo di 5 metri. Nonostante il tempestivo intervento dei servizi di emergenza, il giovane è arrivato all’ospedale universitario di Rouen in stato di morte cerebrale.

Evacuata Place de la Concorde a Parigi. Saccheggi a Lione. A Marsiglia, 1311 fermi

Nella giornata di venerdì 30 giugno, Place de la Concorde, a Parigi, è stata evacuata. Nella piazza, era in corso una manifestazione non autorizzata che è stata dispersa. Una situazione simile si è verificata anche a Lione. Se i protestanti nella capitale francese sono stati allontanati in modo pressoché pacifico, a Lione hanno avuto luogo diversi scontri tra cittadini e polizia. In città, sono stati saccheggiati nella serata di venerdì molti negozi di lusso mentre 38 persone sono state arrestate, secondo quanto riferito dall’emittente televisiva Bfmtv.

A Marsiglia, invece, sono in corso danni e saccheggi nel centro cittadino. In base agli ultimi aggiornamenti riportati dall’Ansa sembra che il numero dei fermi sia aumentato vertiginosamente, raggiungendo 1311 unità. Tra i fermati anche una persona che aveva con sé un fucile da caccia.

Proteste in Francia per il ragazzo ucciso dalla polizia, Darmanin: “Età media dei fermati è di 17 anni”

In merito ai fermi, è intervenuto il ministro dell’Interno Gérald Darmanin. In tre giorni di violenze urbane scaturite dalla morte del giovane Nahel, sono stati fermati 917 rivoltosi dalla polizia francese. Lo ha detto il ministro in tv, rimarcando il fatto che l’età media dei soggetti arrestati è di 17 anni. Darmanin ha sottolineato che esiste anche “un problema di genitori” poiché alcuni fermati hanno 13 anni.

Il ministro, poi, ha affermato di non escludere la proclamazione dello stato d’emergenza nel caso in cui le brutali proteste che stanno sconvolgendo la Francia non dovessero rientrare. “In 50 anni, lo stato d’emergenza è stato utilizzato quattro volte. Non escludiamo alcuna ipotesi. Vedremo cosa deciderà il presidente dopo questa notte”, ha dichiarato in tv.

Mbappé e i Blues: “La violenza non risolve niente”

Oltre all’appello di Macron rivolto a manifestanti e famiglie, si sono rivolti ai protestanti che stanno mettendo a ferro e a fuoco il Paese anche Kylian Mbappé e i Bleus della nazionale francese.

Nel condannare l’uccisione di Nahel con durezza, Mbappé e i compagni di squadra hanno rimarcato lo “shock” per la “brutale” morte del 17enne. Al contempo, hanno dichiarato: “Assistiamo da allora all’espressione di una rabbia popolaredi cui comprendiamo la sostanza, ma di cui non possiamo approvare la forma”.

“La violenza non risolve niente, ancora meno quando si ritorce comunque e di continuo contro quelli che la esprimono, le loro famiglie, i loro amici e i loro vicini”, ha continuato i Blues. “Esistono altri modi pacifici e costruttivi per esprimersi”.