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Francia, Nicolas Sarkozy condannato a un anno di carcere per finanziamento elettorale illecito

Nicolas Sarkozy

Nicolas Sarkozy, ex capo di Stato francese, è stato condannato ad un anno di carcere per finanziamento elettorale illecito.

Nicolas Sarkozy, ex capo di Stato francese, è stato condannato ad un anno di carcere per finanziamento elettorale illecito. 

Francia, Nicolas Sarkozy condannato a un anno di carcere: finanziamento elettorale illecito

Finanziamenti illegali durante la campagna elettorale del 2012. Per questo l’ex presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, è stato condannato a un anno di carcere senza condizionale per il caso delle fatture false che lo ha coinvolto (Bygmalion). L’ex presidente, che all’epoca si stava ricandidando per il secondo mandato all’Eliseo per i Repubblicani, poi battuto dal socialista François Hollande, non era presente in aula quando è stato letto il verdetto. L’accusa aveva chiesto la condanna a un anno di carcere.

Francia, Nicolas Sarkozy condannato a un anno di carcere: ha speso il doppio della somma massima

L’ex capo di Stato ha speso il doppio della somma massima legale di 22,5 milioni di euro per la campagna elettorale, non controllando volontariamente le spese aggiuntive. Nicolas Sarkozy ha negato ogni accusa e potrà ricorrere contro il verdetto. Caroline Viguier, presidente del tribunale, ha definito i fatti “di gravità senza precedenti“. Ha sottolineato che l’ex presidente, insieme ad altri 14 imputati, ha “proseguito l’organizzazione di comizi, consentito nuove prestazioni, disposto spese e volontariamente omesso, in qualità di candidato, di esercitare un controllo sulle uscite“. 

Francia, Nicolas Sarkozy condannato a un anno di carcere: la seconda condanna

Per Nicolas Sarkozy si tratta della seconda condanna. Nel marzo scorso è stato giudicato colpevole, con una pena di tre anni di carcere, per corruzione col magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, e traffico di influenze. Era stato condannato per aver tentato di ottenere illegalmente informazioni da un magistrato, nel 2014, riguardo un procedimento legale in cui era coinvolto, in cambio della promessa di far ottenere al magistrato un incarico di prestigio a Monaco. I giudici avevano scoperto che l’ex presidente usava una linea telefonica segreta, a nome di “Paul Bismuth“, per parlare con il suo avvocato, Thierry Herzog.