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G20, l'India ospita il summit e si presenta con il nome sanscrito di Bharat: assenti Putin e Xi Jinping

India

Dalle assenze dei leader di Russia e Cina a Biden che cercherà di approfittarne per rafforzare l'influenza statunitense sull'economia (e non solo) mondiale: cosa aspettarsi dal G20 a New Delhi del 9 e 10 settembre

Conto alla rovescia a New Delhi per l’apertura dei lavori. È tutto pronto nella capitale indiana per il G20 che si terrà sabato 9 e domenica 10 settembre. Occasione di risonanza mondiale – letteralmente –, la presidente Droupadi Murmu si presenta a capo della Repubblica di Bharat. Del nome «India» nessuna traccia. Che sia il momento di mettere definitivamente da parte ogni simbolo del colonialismo britannico? L’intento sembra esserci. Non di fronte, però, a Vladimir Putin e Xi Jinping, grandi assenti del primo forum nel Paese asiatico.

Biden è pronto a sfruttare il forfait sino-russo in favore degli Usa

Se è vero che quando il gatto non c’è i topi ballano – non ce ne voglia Biden per la metafora (forse) semplicistica –, il presidente americano si mostra deciso a sfruttare la mancanza dei leader di Russia e Cina per rafforzare l’influenza degli Usa (soprattutto nel Global South), puntando a dimostrare l’offerta di una partnership migliore di Mosca e Pechino sulle questioni transnazionali. Meno facile tuttavia sarà la gestione delle divergenze sul conflitto in Ucraina, del climate change e della transizione energetica. Ma nulla è impossibile. Riguardo la guerra, il commander in chief non smette di evidenziare gli effetti negativi legati all’uscita di Mosca dall’accordo sul grano, soprattutto per i Paesi più poveri. Come quelli dell’Unione Africana, proiettata all’adesione permanente al G20 e su cui – coincidenza nelle coincidenze – prima che altrove Biden mira ad affermarsi: sul piatto altri 3,3 miliardi di dollari, i Paesi a medio e basso reddito raggiungerebbero (raggiungeranno) quasi 50 miliardi di prestito soltanto dagli Stati Uniti. Tuttavia, l’unico bilaterale che al momento Biden ha confermato è quello con il primo ministro indiano Narendra Modi, con cui ha già posto le giuste premesse per saldare un’alleanza strategica nell’Indo-Pacifico contro il comune rivale cinese.

L’Italia dalla parte dell’India per la buona riuscita del summit

Mentre peseranno le assenze di Vladimir Putin e Xi Jinping – il primo ricercato da un mandato di cattura della Corte penale internazionale e il secondo senza alcuna spiegazione ufficiale – (a cui si aggiunge la defezione dell’ultima ora del premier spagnolo Pedro Sanchez, risultato positivo al Covid), Giorgia Meloni resta fedele alla promessa fatta a Narendra Modi nel bilaterale del 2 marzo e si dice pronta a collaborare con l’India per la buona riuscita del summit. Sei mesi dopo la premier italiana torna a New Delhi, stavolta con la consapevolezza che sarà difficile arrivare a domenica con una dichiarazione finale condivisa. Ma intanto meglio non pensarci.

La questione migratoria tra i temi in programma

Clima, digitalizzazione, empowerment femminile, energia, guerra in Ucraina, intelligenza artificiale, migranti, salute, sicurezza alimentare. È tutto già pronto sul tavolo del G20. Meloni interverrà entrambi i giorni in due delle tre sessioni – l’una su clima, energia, ambiente e sviluppo sostenibile, l’altra su transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale.