In pochi potrebbero non dimenticarlo, ma alla fine degli anni ’80 l’amato conduttore Mediaset Gerry Scotti era stato eletto tra le fila dei socialisti nel periodo che va dal 1987 al 1992. Terminata questa esperienza della durata di cinque anni, il conduttore aveva maturato una pensione del valore attuale di 1000 euro. A tale somma, il noto conduttore aveva chiesto di rinunciarvi senza tuttavia successo.
Gerry Scotti chiede di poter rinunciare alla pensione da parlamentare
Sentito da Il Corriere della Sera, Scotti aveva spiegato che tale richiesta verrà portata davanti al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “L’ho già detto a tre presidente del consiglio e lo dirò anche a Giorgia Meloni. Mi suggeriscono di darli in beneficenza, c’ero arrivato anche io. Ma vorrei non essere costretto a ritirarli”, ha osservato a tale proposito.
A Radio Monte Carlo, ospite di una trasmissione condotta da Alfonso Signorini aveva invece auspicato: “Io vorrei che si desse uno strumento a tutte le persone che hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica, e che vogliano rinunciare alla propria indennità nel momento in cui spetterà loro, semplicemente attraverso una firma”.
- LEGGI ANCHE: Tu Sì Que Vales, Gerry Scotti si commuove ricordando Piero Sonaglia: “Faccio fatica a parlarne”
“Non pensavo di prendere 10mila voti”
Gerry Scotti, nel ripensare alla sua passata carriera politica, ha riservato molte critiche: “Quando ho accettato di essere il candidato dei giovani socialisti di Milano — senza essere iscritto al partito — non pensavo di prendere 10mila voti. Come non pensavo che non mi dessero niente da fare, cosa che mi lasciava sgomento. Se nella mia carriera sento di aver ricevuto molto perché ho dato molto, nella mia esperienza politica ho ricevuto poco perché ho dato poco. Poi, per dieci anni non sono più andato alle assemblee di condominio e non ho più votato. Ero disgustato”.