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Gioco d'azzardo: 13enne dipendente spende 80mila sterline

gioco d'azzardo

Un 13enne inglese ha speso 80mila sterline nel gioco d'azzardo online. Racconta di come sia stato facile prendere l'identità del papà.

La ludopatia affligge sempre più giovanissimi. Un ragazzino inglese di 13 anni infatti è riuscito a spendere 80mila sterline con il gioco d’azzardo online. In Inghilterra sono almeno 25mila i giovani tra gli 11 ed i 16 anni ludopatici. Ma il primato europeo è in mano agli italiani, che buttano un miliardo di euro al mese in slot machine et similia. Nel 2016 un adolescente su due è tentato dal mondo delle scommesse.

Un 13enne si gioca 80mila sterline

Il gioco d’azzardo online ha aumentato a dismisura la platea dei possibili giocatori, spalancando la porta anche ai minori. In linea teorica per giocare su internet bisogna dichiarare di avere 18 anni ma aggirare tale regola è semplicissimo. Lo spiega un ragazzino inglese di 13 anni, oggi in cura perché affetto da ludopatia. “È stato fin troppo facile. Dovevo solo inserire il nome, l’indirizzo, la data di nascita e i dettagli della carta di papà e spuntare una casella che diceva che avevo 18 anni” racconta il giovane come riporta il Daily Mail. “Ci sono voluti letteralmente pochi secondi per registrarsi e iniziare a giocare d’azzardo”.

In poco tempo, il 13enne ha speso ben 80mila sterline, sfruttando la carta di credito aziendale del padre. Ogni giorno, piazzava centinaia di scommesse su partite di calcio o sui cavalli, puntando anche 3mila sterline alla volta. “Non avevo idea che il gioco d’azzardo potesse essere una dipendenza come il fumo, il bere o la droga. Mi è sembrato divertente e ho pensato che avrei fatto anche dei soldi” ammette oggi il ragazzo.

Il 13enne spiega di aver cominciato a giocare dopo che gli sono apparsi annunci di bookmaker mentre guardava una partita di calcio in streaming. Il ragazzo non ci ha pensato due volte. Con lo smartphone ha fotografato le carte di credito aziendali del padre ed ha creato un account a nome del genitore, ignaro di quanto stava accadendo. Quando la famiglia se ne accorta, si è immediatamente rivolta ai medici. Oggi il 13enne è seguito da uno psicoterapeuta perché ludopatico.

Gioco d’azzardo in Italia

In Inghilterra è stato recentemente stimato che almeno 25mila ragazzi tra gli 11 ed i 16 anni sono dipendenti dal gioco d’azzardo. Inoltre, i 16enni alle prese con slot machine e scommesse è aumentato di un terzo in appena tre anni, complice anche la facile accessibilità al gioco online. In Italia la situazione non è migliore. Un recente studio condotto da “Avviso Pubblico” rivela infatti che gli italiani hanno il triste primato di essere i primi consumatori di slot machine. Ciò è dovuto anche al fatto che in media ce n’è una ogni 143 abitanti, contro per esempio le 261 della Germania.

Su un totale di 96,1 miliardi di giocate l’anno registrati in Italia nel 2016, circa la metà (49,4 miliardi) è tutta in slot machine e videolottery (Vlt), per un spesa complessiva di circa un miliardo al mese. Non ne sono esenti i minorenni, nonostante per loro qualunque accesso al gioco d’azzardo è illegale. In uno studio dello scorso anno condotto dall’Ifc-Cnr, si è così scoperto che nel 2016 il fenomeno coinvolge circa un milione di 15-19enni.

“Il 58% dei giovani giocatori nell’ultimo anno ha giocato non più di una volta al mese, il 24% meno di una volta a settimana, il 7% con ancora maggiore assiduità” spiegava la ricercatrice Sabrina Molinaro, come riporta Mainfatti.it. “A essere coinvolti – specificava – sono maggiormente i maschi, 50% contro il 30% delle coetanee, e le prevalenze in entrambi i generi crescono progressivamente con l’età, passando dal 34% dei 15enni al 40% dei 17enni, fino al 47% dei 19enni”.

I giochi più diffusi

Ad appassionare particolarmente gli adolescenti sono i Gratta e Vinci, preferiti anche dalle ragazze. La ricerca del CNR evidenziava poi come i minori si avvicinino con grande facilità però anche a scommesse sportive, Bingo, Totocalcio, Lotto, New slot machine/Vlt (Video lottery terminal) e casinò on line. In particolare, inoltre, sono gli studenti di Sicilia, Basilicata, Calabria, Molise e Abruzzo ad avvicinarsi maggiormente al gioco d’azzardo. Percentuali in calo invece in Centro e Nord Italia. Dall’8,7% di giovani che ammetteva di giocare spesso o saltuarimente nel 2009 si è passati infatti in queste regioni al 7,1%.

Class action contro lo Stato

Un anno fa il Codacons ha presentato la prima class action italiana contro lo Stato, a favore “dei giocatori problematici e delle loro famiglie, attraverso la quale i soggetti lesi dal gioco potranno chiedere il risarcimento per i danni morali e patrimoniali subiti” come annunciava l’associazione dei consumatori. Carlo Rienzi puntava il dito anche contro l’influenza della pubblicità rispetto alle dipendenze da gioco. In particolare, il Codacons evidenziava i risultati di uno studio che dimostrerebbe “gli effetti delle pubblicità del gioco sulla mente umana, con particolare riferimento agli spot realizzati da calciatori famosi come Francesco Totti”.