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Gli 80 anni di Lucio Battisti, tra genio e riservatezza

lucio battisti

Oggi Lucio Battisti avrebbe compiuto 80 anni, ma a distanza di decenni, il suo genio rimane riconosciuto dalle nuove generazioni.

Oggi 5 marzo Lucio Battisti avrebbe compiuto 80 anni, ma anche dopo la sua scomparsa, la sua musica rivoluzionaria ha continuato a ispirare le nuove generazioni. Il successo con Mogol, il suo genio musicale e il suo antidivismo: ecco chi era Lucio Battisti.

Lucio Battisti: gli 80 anni di un mito senza tempo

Il mese di marzo è di fatto riconosciuto come il mese dei “Lucio”: dopo aver ricordato lo scorso 4 marzo il compleanno di Lucio Dalla, oggi 5 marzo ricordiamo gli 80 anni di Lucio Battisti, altro genio senza tempo della musica italiana che ancora è cantato e ammirato dalle nuove generazioni.

La sua peculiarità è stata quella di rimanere se stesso fino alla fine, senza mai farsi contagiare dal divismo, dalla luce dei riflettori e dalle telecamere, disdegnando le interviste e ogni forma di rito della comunicazione, con conseguente allergia ai giornalisti, a più riprese duri e crudi nei suoi confronti. Ricordiamo infatti come la critica lo abbia stroncato a Sanremo nel 1969 quando ha presentato “Un’Avventura”, definendolo “timido e “stonato”.

La voce di Battisti non era forse all’altezza di grandi altri interpreti in voga in quegli anni (più tardi sarebbe apparso un certo Baglioni) ma la sua continua ricerca della perfezione musicale, della sperimentazione, della contaminazione e dell’emotività hanno di gran lunga sopperito per anni a quella “lacuna” che negli anni è diventata il suo marchio di fabbrica, rendendolo unico nel suo genere.

Il sodalizio con Mogol

Pensi a Battisti e non puoi che associarlo al grande Mogol, autore della maggior parte di testi che a distanza di più di mezzo secolo riecheggiano ancora in radio, nelle case degli italiani, nei karaoke, nel nostro linguaggio comune. Insomma, canzoni del calibro di “La canzone del Sole”, “Emozioni”, “I Giardini di Marzo”, “Acqua Azzurra, Acqua Chiara”, “Pensieri e Parole“, e chi più ne ha più ne metta che rimarranno per sempre impresse nei nostri cuori.

Il sodalizio con Mogol però è durato solo 11 anni. Nel 1980, dopo 11 dischi memorabili, arriva la separazione della coppia musicale, perché Lucio aveva bisogno di nuovi stimoli, nuove sperimentazioni e nuove ricerche che gli avrebbero consentito di dare nuova vita alla sua carriera artistica.

Da qui il nuovo sodalizio con Pasquale Panella, autore di testi più ricercati, arzigogolati e filosofici ai quali Battisti ha cercato di crare attorno arrangiamenti innovativi, prendendo spunto dal blues, dalla musica dance, dall’elettronica e da tutto ciò che il mondo musicale americano offriva negli anni ’80.

I sei dischi pubblicati dal 1980 al 1994 furono aspramente criticati e poco apprezzati dal pubblico e specialemente dai fan che ormai nelle sue canzoni non ritrovavano più la capacità innata del loro beniamino di far provare emozioni indescrivibili.

L’antidivo

Lucio Battisti fuori dal contesto musicale era un uomo normale, semplice, e proprio per questo motivo dava molta importanza alla privacy.

Il suo rapporto con i media però non è mai stato idililiaco, anzi, evitava con tutto il cuore di assecondare i meccanismi del mercato, tanto da non concedere concerti live: il suo ultimo tour si concluse nel 1970, praticamente a neanche un anno dal suo successo discografico.

Questa sua fuga dai riflettori era data in parte, come già abbiamo detto da una tensione nata dai primi anni della sua carriera con i giornalisti, che sono sempre rimasti scettici sulle sue potenzialità vocali.

Per sua natura però Lucio aveva deciso di non adeguarsi alla massa, perché a lui importava solo che le sue canzoni emozionassero, e voleva esser giudicato solo per quello che scriveva e trasmetteva, non per quello che appariva in pubblico o nella vita privata.

L’ultima apparizione televisiva di Battisti risale al 23 aprile 1972, diventata data storica per gli amanti della tv e della musica italiana. Insieme a Mina, diede vita a un inedito duetto che fece sognare tutto il pubblico incollato allo schermo.

L’ultima intervista invece risale al 1979, anno in cui Lucio stava meditando la separazione da Mogol, e forse anche il suo precoce ridimensionamento musicale.