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Governo, il Colle sulla scelta dei ministri: "No ai diktat"

Le parole di Mattarella sul nuovo governo

I partiti hanno espresso il loro sostegno o la loro opposizione al governo nascente. Continuano le consultazioni per la lista dei ministri.

Si è conclusa la prima giornata di consultazioni tra il neo premier Conte e i rappresentanti dei partiti. Il Presidente del Consiglio incaricato ha ora il delicato compito di stilare la lista dei possibili ministri del nuovo governo. Scontro su Savona al Ministero dell’Economia, appoggiato da Lega e M5S ma ostacolato dal Colle. Mattarella avverte: “No ai diktat” e alle ingerenze dei partiti nelle decisioni del Presidente della Repubblica e del Consiglio.

Governo, la scelta dei ministri

Giuseppe Conte ha accettato con riserva l’incarico di Presidente del Consiglio da Sergio Mattarella e ora deve farsi carico del delicato compito di proporre al Presidente della Repubblica i componenti del nuovo esecutivo. La lista dei ministri del nuovo governo deve essere stilata da Conte e sottoposta al giudizio di Mattarella, la cui approvazione è essenziale per la nomina dei ministri. A dirlo è l’articolo 92 della Costituzione.

Il neo premier Conte, nella giornata del 24 maggio, ha dato il via alle consultazioni con i rappresentanti dei partiti per l’assegnazione dei diversi Ministeri. Restano dubbi e incertezze. La nomina dei ministri dipenderà dal raggiungimento di un delicato equilibrio tra Lega e M5S.

“No ai diktat”

I due partiti di maggioranza sono concordi nel proporre Paolo Savona al Ministero dell’Economia. Sulla sua possibile nomina, lo stesso Savona ha mantenuto il massimo riserbo: “Non ho nulla da dire, il silenzio oggi vale più del parlare”. I dubbi sull’assegnazione dell’incarico a Savona provengono proprio dal Colle. Il Presidente della Repubblica ha sottolineato che i rappresentanti dei partiti politici non debbano interferire nelle scelta del premier per quanto concerne la nomina dei ministri. La formazione dell’esecutivo è un onere e un onere che spettano al Presidente del Consiglio e della Repubblica. L’articolo 92 della Costituzione lo afferma chiaramente: “Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”.

Non si è fatta attendere la risposta di Matteo Salvini, leader della Lega. “Ma quale diktat? Piuttosto idee, proposte, suggerimenti”. Salvini ha anche sottolineato che Paolo Savona rappresenta la migliore scelta possibile per il governo. “C’è un economista che rappresenta la volontà degli italiani di contare di più in Europa. Abbiamo già il migliore a disposizione, Savona è la garanzia che l’Italia può sedersi ai tavoli da protagonista. Mi sfugge il perché si dovrebbe dire no a Savona”.

Sull’assegnazione del Ministero dell’Economia è intervenuto anche il ministro uscente, Pier Carlo Padoan. Il ministro ha rivendicato il buon andamento dell’economia italiana nel corso del suo incarico e la risalita del PIL grazie alle politiche di centro-sinistra.

Lo spread

L’incertezza del mondo politico italiano, in particolare per quanto riguarda il Ministero dell’Economia, ha fatto salire ulteriormente lo spread, portandolo a 195 punti. Pierre Moscovitici, commissario degli affari economici della Ue, parla di “preoccupazioni tangibili“. La priorità deve essere “mettere sotto controllo il debito, che è alto”.

Le risposte dei partiti

Nel corso delle consultazioni, i rappresentanti dei partiti politici hanno avuto l’opportunità di esprimere il proprio sostegno al governo nascente o, al contrario, di ribadire la propria ferma opposizione. “È stata una giornata proficua da tutti i punti di vista”, ha dichiarato il neo premier. “I ministri che proporrò saranno politici. Saranno persone che condividono obiettivi e programmi del governo del cambiamento e che avranno dato prova di poter adempiere alle funzioni pubbliche loro affidate con disciplina e onore”.

Il centro-denstra

Naturalmente, il governo Conte avrà il sostegno di Lega e M5S, ma dovrà rinunciare all’appoggio del centro-destra, a partire da Forza Italia. Il suo leader Silvio Berlusconi ha dichiarato: “Questo governo non potrà vedere il sostegno di Forza Italia, sia per la partecipazione di una forza politica con noi del tutto incompatibile come il M5S, sia per i programmi gravemente insufficienti a dare una risposta ai bisogni degli italiani”. No anche di Maurizio Lupi, rappresentante di Noi con l’Italia: “È un governo espressione del M5S, non lo sosteniamo”. Giorgia Meloni conferma che Fratelli d’Italia non sosterrà il governo Conte, ma che darà il suo appoggio su temi specifici quali la flat tax e il controllo dell’immigrazione.

Il centro-sinistra

Anche il Pd si conferma saldamente all’opposizione. Maurizio Martina ha parlato di un’opposizione “determinata, seria e responsabile”. Matteo Renzi ha affermato che il Partito Democratico farà “un’opposizione dura e rigorosa, ma civile”. L’ex premier ha anche sottolineato la delicata posizione del M5S: “Adesso loro diventano il potere, loro diventano l’establishment, loro diventano la casta. Non hanno più alibi, non hanno più scuse”.

Pietro Grasso, ex Presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali, ha ribadito la collocazione del suo partito all’opposizione. Ma ha anche espresso un apprezzamento per il nuovo premier: “Non conoscevo Conte e ho trovato in lui un modo di trattare i temi in sintonia con il mio, da giurista”.

La fiducia

Questo il quadro dei partiti alle Camere, davanti alle quali il nuovo esecutivo dovrà presentarsi per chiedere il voto di fiducia. Se Conte riuscirà a presentare la lista dei ministri al Colle tra la giornata di venerdì e la mattina di sabato, il governo potrebbe chiedere la fiducia alle Camere già lunedì o martedì.