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Guariento e la Padova carrarese

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Guariento e la Padova carrarese Padova, Civici Musei agli Eremitani, Palazzo Zuckermann, Museo Diocesano, Casa del Petrarca fino 31 luglio 2011 Una mostra evento in quattro sedi e articolata in dieci sezioni – Padova Carrarese, I libri e la letteratura, La monetazione carrarese, Oreficeria del ...

Guariento e la Padova carrarese
Padova, Civici Musei agli Eremitani, Palazzo Zuckermann, Museo Diocesano, Casa del Petrarca
fino 31 luglio 2011

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Una mostra evento in quattro sedi e articolata in dieci sezioni – Padova Carrarese, I libri e la letteratura, La monetazione carrarese, Oreficeria del Trecento, Ceramiche, avori, mobili, La musica al tempo dei Carraresi, La scienza al tempo dei Carraresi, La scultura del Trecento, Petrarca, La moda al tempo dei Carraresi – indaga per la prima volta in modo compiuto sulla “Signoria del carro” a Padova.
Il Trecento è stato per la città una sorta di “secolo d’oro”: già nel periodo della Seconda Repubblica, Padova consegue infatti notevoli risultati in termini politici, militari e artistici: Giotto di Bondone è chiamato da Enrico degli Scrovegni ad affrescare uno dei più celebri cicli pittorici di tutti i tempi, il Palazzo della Ragione viene consolidato con la costruzione delle logge in pietra, si costruiscono palazzi e ponti. Ma è solo con l’epopea carrarese che la città inizia compiutamente a connotarsi come capitale.
Guariento da Arpo, primo artista di corte a Padova realizza per i Carraresi il suo capolavoro: la decorazione della cappella della loro Reggia. Di lui non conosciamo la data di nascita né quella di morte, ma i documenti ci permettono di documentare la sua attività tra il 1338 e il 1367 e collocarlo tra i precorritori del gotico internazionale. A lui è dedicata la mostra allestita a Palazzo del Monte. Qui sono raccolte le principali opere del “Maestro degli Angeli”, dopo Giotto, il più grande interprete della pittura del Trecento a Padova, autore di commissioni importanti come il Paradiso affrescato nella Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale, a Venezia, ritrovato nel 1903 durante un’operazione di stacco della tela di Tintoretto, con cui era stato coperto dopo l’incendio del 1577. Preziose tavole e affreschi staccati documentano la grandezza di un artista molto noto e apprezzato al suo tempo per il suo linguaggio raffinato e per i riferimenti colti di cui sono disseminati i suoi dipinti. In mostra anche opere di Giotto, Pietro e Giuliano da Rimini, Vitale da Bologna, Paolo e Lorenzo Veneziano, Giusto Menabuoi, Altichiero, Vivarini, Nicolò di Pietro, Giambono.
Oltre alle sezioni allestite ai Civici Musei agli Eremitani, a Palazzo Zuckermann, al Museo Diocesano e a Casa del Petrarca ad Arquà, la mostra comprende idealmente un itinerario per la città, dove si possono ammirare ancora molti edifici e affreschi realizzati al tempo della Signoria carrarese.
Al Museo Diocesano una mostra-installazione di Omar Galliani, interamente dedicata al tema degli angeli.

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