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Guerra in Medioriente: drone contro base americana in Siria, morti cinque curdi

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Un nuovo attacco con un drone contro base americana in Siria, morti cinque curdi

Cinque combattenti curdi sono rimasti uccisi nell’attacco di un drone contro una base americana in Siria. Lo riferisce l’Osservatorio per i diritti umani nel Paese.

Colpita base americana in Siria con un drone

Attaccata la più grande base della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria, ha detto Rami Abdel Rahman, capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani con sede in Gran Bretagna:

«Cinque membri delle Forze Democratiche Siriane a guida curda sono stati uccisi e circa 20 sono rimasti feriti da un attacco di droni dopo la mezzanotte sul campo petrolifero di Al-Oma».

Drone contro base americana in Siria, cos’è successo?

L’attacco è stato rivendicato dal gruppo «Resistenza islamica in Iraq» ed è avvenuto dopo la mezzanotte sul campo petrolifero di Al-Omar, la più grande base della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria.

Circa 20 membri delle Forze Democratiche Siriane a guida curda sono rimasti feriti e 5 i morti.

Drone contro base americana, accordo sempre più lontano

Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader degli Houti yemeniti afferma:

«L’Italia sarà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l’aggressione e a sollevare l’assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile».

Continua in merito alle aggressioni USA:

«Quelle da parte degli Usa sono aggressioni illegali e di un terrorismo deliberato e ingiustificato. Gli aerei d’aggressione americano-britannici hanno lanciato 48 attacchi aerei contro lo Yemen, colpendo Sana’a e Hodeida insieme ad altri obiettivi. In precedenza, hanno preso di mira le nostre pattuglie nel Mar Rosso, causando il martirio delle forze navali. Questi bombardamenti non influenzeranno le nostre capacità, anzi ci rafforzano. Gli americani e i britannici devono capire che in questa fase siamo pronti a rispondere, e il nostro popolo non conosce la resa. Le nostre acque e i nostri mari non sono un parco giochi dell’America».